NOTIZIE – Un esperimento di scienza partecipata: “the Dark Matter Awareness Week” da ieri fino a martedì prossimo coinvolgerà 140 istituti di ricerca (in oltre 50 paesi sparsi in tutto il globo) che proporranno tutti lo stesso seminario: “Dark matter in galaxies”.
“In sostanza,” spiega Paolo Salucci, astrofisico della SISSA di Trieste e coordinatore della manifestazione, “proponiamo un modo completamente nuovo per condividere i risultati raggiunti da una piccola comunità di scienziati che indaga la materia oscura con una comunità più ampia di astrofisici, cosmologi e fisici delle particelle interessati a questo aspetto ancora poco chiaro dell struttura del nostro Universo.”
La materia oscura costituisce circa il 30% dell’energia dell’Universo e circa il 90% della massa. Ma la sua natura resta ancora un enigma, una sfida che impegna da circa trent’anni astrofisici e cosmologi di tutto il mondo. Un mistero irrisolto su cui si spera presto di far luce.
Ormai è noto che non tutta la materia dell’Universo è osservabile: tutte le galassie infatti sono circondate da un alone misterioso di materia che a differenza di quella ordinaria non emette radiazioni di nessun tipo. “Questa componente di materia che definiamo oscura,” precisa Salucci “è invisibile all’osservazione e alla misurazione diretta ma può essere rilevata attraverso gli effetti gravitazionali che determina sulla materia luminosa. Nel corso degli ultimi cinque anni, inoltre, abbiamo scoperto che questa materia invisibile interagisce in diversi modi, ancora non ben chiari, con la materia ordinaria (barionica), quella luminosa”.
Fra gli esperti che hanno contribuito all’evento, oltre a Salucci, troviamo Ken Freeman (Canberra), pioniere nello studio delle galassie, Vera Rubin (Washington) e Albert Bosma (Marsiglia) a cui va attribuita la scoperta della materia oscura.
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