Al vertice di Cancùn le nazioni litigano su chi deve cominciare a ridurre le emissioni di gas serra. Da domani, uno dei più famosi scienziati del clima è in Italia per spiegare perché devono farlo subito.
IL CORRIERE DELLA SERRA – Autore di Tempeste (edizioni Ambiente) e di numerosi modelli di evoluzione climatica, l’astrofisico James Hansen è stato e rimane un personaggio scomodo. Dal 1981 dirige il Goddard Center for Space Studies della NASA, insegna alla Columbia University di New York, le sue ricerche sono le più citate dai colleghi e le più ostacolate dai politici americani. Su ordine della Casa Bianca, i dirigenti della NASA gli hanno sospeso i finanziamenti, hanno cercato di censurare i suoi interventi al Congresso, modificato i comunicati stampa in cui venivano segnalate le sue pubblicazioni e addirittura cancellato dalla missione della NASA il compito di “proteggere il pianeta” perché non potesse più citarlo.
E’ stato proprio quel tentativo di imbavagliarlo a trasformare il prof. Hansen “timido e impacciato” nel militante Jim (fuori dagli orari di lavoro) che protesta contro le menzogne e la corruzione della classe politica e dell’industria del carbone e del petrolio? “Conservatore moderato” – avrebbe volentieri votato per McCain se non si fosse presentato insieme a Sarah Palin, scrive nel libro – ritiene suo dovere di privato cittadino e di funzionario pubblico condividere le proprie conoscenze sui rischi del riscaldamento globale.
Calendario della sua tournée in Italia.
Mini-bibliografia
Il modello climatico, 1988 e la sua valutazione a metà percorso.
Il modello climatico ottimista, 2000
Il modello energetico per “decarbonizzare” gli Stati Uniti, 2010 (in corso di stampa)
Foto: Hansen arrestato durante una manifestazione di Appalachia Rising, il movimento non violento a favore della chiusura delle miniere di carbone che “decapsulano” le montagne degli Appalachi e inquinano fiumi e valli sottostanti.