Il progressivo aumento della temperatura e dell’acidità degli oceani mette in pericolo la sopravvivenza di molti piccoli molluschi marini che non riescono più a costruire lo scheletro esterno calcareo per proteggere i loro fragili corpi.
NOTIZIE – In condizioni di temperatura e acidità superiori al normale, gli scheletri dei molluschi nascono deformi e trasparenti e non ce la fanno a svolgere la loro funzione protettiva. È quanto emerso da una ricerca che mira a valutare gli effetti del riscaldamento e dell’acidificazione dell’acqua del mare, svolta da un gruppo di ricercatori australiani. Sono state studiate due specie: i molluschi gasteropodi marini noti come abaloni (Haliotis coccoradiata) — sono quelli che hanno la forma di orecchia e l’interno iridescente — e i ricci (Heliocidaris erythrogramma).
Entrambe le specie nascono in mare aperto e poi da adulti si spostano e colonizzano le coste. Nella prima fase in mare aperto, costruiscono lo scheletro e la conchiglia utilizzando il calcio disciolto nell’acqua. I ricercatori hanno fatto crescere le uova delle due specie in un ambiente lievemente più acido del normale, con un pH di 7,6 e 7,8 invece di 8,2, e una temperatura superiore di 4 gradi e 2 gradi.
I poveri abaloni non si sono trovati bene. Non sono riusciti a calcificare lo scheletro che è cresciuto come una specie di agglomerato senza forma (come mostrato nella foto a destra), e la maggior parte dei piccoli è morta anche con incremento di soli 2°C di temperatura.
Anche i ricci hanno sofferto, ma sono riusciti a sopravvivere nell’acqua a +2°C anche con un pH più acido. Hanno tuttavia sviluppato meno spine.
Questi risultati dimostrano che i cambiamenti climatici previsti a medio termine, con un aumento della temperatura degli oceani di circa 2 gradi entro il 2030, avranno degli effetti che metteranno a rischio la sopravvivenza di queste, e altre specie simili, che hanno una grande importanza per la biodiversità del mare e per l’economia di molti paesi.