LA VOCE DEL MASTER

Il volo più raro del calabrone***

LA VOCE DEL MASTER – “L’uomo ha perduto la capacità di prevedere e di prevenire. Andrà a finire che distruggerà la Terra” sono le parole di Albert Schweitzer che Rachel Carson citava in Primavera silenziosa, il libro del 1962 che avrebbe dato inizio al movimento ambientalista. Il pianeta se la caverà, ma in primavera gli insetti impollinatori si sentono e si vedono sempre meno.

Uno studio americano pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences, il primo così approfondito, ha rilevato un vistoso declino di alcune specie di calabrone bombo (nella fattispecie, Bombus occidentalis, B. pensylvanicus, B. affinis, e B. terricolae) e una netta contrazione del loro areale di distribuzione negli Stati Uniti e in Canada. La ricerca, durata tre anni, si è basata su dati storici, più di 73.000 documenti museali raccolti dal 1800 in poi, relativi a circa 400 siti, confrontati con monitoraggi condotti a livello nazionale che hanno coinvolto più di 16.000 campioni.

Sono importanti impollinatori e la loro recente addomesticazione ne ha fatto aumentare considerevolmente l’importanza economica per l’agricoltura, in cui sono secondi solo alle api. Ecco perché la loro sopravvivenza è essenziale per l’ecosistema e per l’uomo, considerando poi lo stato di salute delle popolazioni di api, tutt’altro che rassicurante. In Europa si stima infatti che negli ultimi anni si sia perso dal 30 al 50% del patrimonio di api.

“Nell’America settentrionale vivono 50 specie di bombo calabrone. Ne abbiamo studiate otto, e quattro di queste sono in serie difficoltà”, spiega l’entomologo dell’Università dell’Illinois prof. Sydney Cameron, che ha coordinato lo studio. Si parla di un declino in termini di abbondanza del 96% e di una contrazione dell’areale di distribuzione che varia dal 23 all’87%, a seconda della specie e del sito considerato.

Le cause del declino non sono chiare, sebbene i ricercatori abbiano formulato diverse ipotesi. Per esempio in una ricerca canadese è stato osservato che, ora che la primavera è anticipata dai cambiamenti climatici, alcuni periodi di fioritura precedono l’uscita dei calabroni bombi dall’ibernazione, come viene osservato da tempo in Gran Bretagna. Alcune specie, soprattutto quelle più specializzate, potrebbero invece soffrire per la distruzione del loro habitat. Anche la minor diversità genetica (conseguenza del declino stesso, in un meccanismo di feed-back positivo) potrebbe essere tra gli imputati, poiché può accrescere le infezioni da patogeni come il Nosema bombi, parassita intracellulare molto diffuso in Europa ma ancora poco studiato in America. “Qualsiasi sia la causa del declino” – conclude Cameron – “è necessario essere consapevoli di quanto sta accadendo, perché anche sequeste specie impollinatrici potrebbero un domani essere sostituiteda altre affini, non è detto che anche quest’ultime non diminuiscano in futuro creando grossi problemi per l’ecosistema”.

*** Grazie a Wilson e bernardodaleppo per la correzione, vedi commenti sotto.

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