Già criticata per aver esagerato la scoperta del primo batterio all’arsenico, l’Agenzia spaziale americana ha esagerato di nuovo nel presentare una collezione di 130 lampi gamma d’origine terrestre
NOTIZIE – Il telescopio spaziale Fermi, tra altre cose, deve osservare nell’universo le esplosioni di raggi gamma dette anche lampi gamma, la cui origine celeste nelle supernove super-energetiche è ancora un po’ controversa, quindi è dotato di un Gamma-ray Burst Monitor. Tiene d’occhio il cielo, compreso quello sopra la Terra, e ha osservato che al pianeta scappano parecchi burst. Dal suo lancio nell’agosto 2008 e all’inizio con fatica, poi una volta aggiustati da terra gli strumenti con sempre maggior frequenza, Fermi ha collezionato 130 lampi gamma “terrestri” e stimato che siano circa 500 all’anno. Durante un temporale, oltre agli elettroni in discesa nel lampo tradizionale, detto anche fulmine, ne vengono sparati verso l’alto. Quando si scontrano con particelle dell’atmosfera emettono raggi gamma i quali, nell’urtare qualche atomo, casualmente o astutamente posto sulla loro traiettoria, si trasformano in elettroni e positroni (l’anti-particella dell’elettrone) e scontrandosi finiscono in un annichilimento di materia e antimateria. E milioni di elettronvolt, fino a cento volte più elettricità di un fulmine, detto anche saetta.
Molti lampi gamma terrestri avvengono all’insaputa di Fermi, sotto il suo orizzonte ottico per così dire, ma è riuscito a catturarne quattro di riflesso quando uno “specchio magnetico” li ha fatti rimbalzare lungo la linea del campo geomagnetico, vedi immagine grande qui. Un andirivieni anche di migliaia di chilometri, come quella volta che Fermi è stato “intercettato” da una lampo gamma che dallo Zambia era giunto in Egitto e stava facendo marcia indietro a una velocità prossima a quella della luce.
Anche se la NASA e quindi alcuni quotidiani italiani hanno parlato di “fenomeno mai osservato prima” e oggetto di una prossima pubblicazione sulle Geophysical Review Letters, si sapeva da tempo che dal punto di origine delle saette scaturiscono pure lampi gamma. Alla fine del secolo scorso, alcuni astrofisici italiani ne avevano rilevati due che, imboccata la direzione opposta, arrivavano da noi e di recente la missione AGILE ne aveva osservati a decine sopra le tempeste tropicali.