Abbiamo ricevuto anche noi l’appello per salvare le api promosso dell’associazione Avaaz, senza scopo di lucro. Le api, intese come Apis mellifera, osmie, bombi, vespe e altre specie della famiglia, hanno gravi problemi in molti paesi del mondo. Eppure siamo incerte se firmarlo o no
Inizia così:
In silenzio, miliardi di api stanno morendo e la nostra intera catena alimentare è in pericolo. Le api non solo producono il miele, ma sono una gigantesca forza lavoro, perché impollinano ben il 90% delle piante che coltiviamo.
In realtà, da quando esistono le Apoidee ne muoiono miliardi all’anno senza mettere in pericolo alcunché; lavorano per noi come stacanoviste, però molte non producono miele; impollinano il 60% circa delle piante che consumiamo e mangiamo, e non lo fanno da sole; ci sono impollinatori più a rischio, dai colibrì ai pipistrelli passando da una miriade di insetti meno famosi.
Diversi studi scientifici hanno individuato in un gruppo di pesticidi tossici la loro drastica diminuzione, mentre la popolazione delle api è aumentata incredibilmente nei quattro paesi europei che hanno vietato questi prodotti.
In realtà, gli studi hanno identificato nei pesticidi neonicotinoidi, prodotti principalmente dalla Bayer (link al sito aziendale che ne vanta i meriti), uno dei fattori del declino. Non il solo. In Francia – il primo paese a sospenderli, salvo il Cruiser autorizzato anche per quest’anno – continuano le stragi da Varroa destructor, Nosema ceranae, batteri, virus e altri parassiti. Per fortuna gli inverni freddi ne eliminano parecchi e perciò gli apidologi italiani che nel 2009-2010 hanno osservato un aumento delle popolazioni, vogliono continuare a tenerle d’occhio. Sospesi i neonicotinoidi come adesso, al prossimo inverno mite diminuiranno del 30%, il tasso di mortalità normale, o del 50% come nell’inverno 2007-2008?
Dobbiamo far sentire le nostre voci per contrastare la forte influenza esercitata da Bayer sui decisori pubblici e sugli scienziati, sia negli Stati Uniti che nell’Unione europea, dove finanzia gli studi e siede negli organi decisionali. I veri esperti – gli apicoltori e gli agricoltori – vogliono il divieto di questi pesticidi finché e qualora non avremo studi dimostrati e indipendenti che dimostrano che siamo al sicuro.
Facciamole sentire, le multinazionali dell’agrochimica non hanno soltanto le api sulla coscienza. Però gli agricoltori non sono tutti alleati con gli apicoltori, i coltivatori di cereali chiedono deroghe. I neonicotinoidi sono usati come “concianti”: pochi milligrammi su un seme proteggono da certi parassiti mais, grano, riso, leguminose. Sembravano una buona soluzione. Evitavano di spargere pesticidi sui campi in quantità molto maggiore e tossica per batteri, muffe o lombrichi necessari alla salute del suolo e delle piante.
Sì, bisogna salvare le api e chiedere la sospensione dei neonicotinoidi, ma bisogna anche distorcere i risultati ottenuti dalla ricerca pubblica?