AMBIENTE – Avvistare gli animali in natura è difficile; se poi andate a cercarli nelle acque polari della Groenlandia la cosa si fa molto difficile. Diciamo pure che il compito diventa quasi impossibile se la specie che state cercando è una delle più rare al mondo: la balena franca Nord Atlantica (Eubalaena glacialis), della quale – secondo le stime più recenti – esistono solo 450 individui, distribuiti per lo più nell’oceano Atlantico nord-occidentale (cioè dall’altro lato dell’oceano rispetto a quello in cui voi state cercando).
Forse è per questo che un gruppo di ricerca internazionale, capitanato da Dave Mellinger della NOAA (National Oceanic and Atmospheric Admistration) ha pensato di utilizzare i canti della balena franca per verificarne la presenza a Cape Farewell Ground, in Groenlandia, uno dei siti storici di caccia dell’animale ritenuto dagli scienziati un potenziale sito di svernamento della specie, dopo un paio di avvistamenti effettuati nell’arco degli ultimi 50 anni.
L’idea non è bislacca se si pensa che la balena franca è una specie davvero rumorosa: si sa infatti che in gruppo emette tipicamente circa 60 vocalizzazioni all’ora mentre gli animali solitari cantano circa 10 volte in un’ora.
Ascoltando il suono del mare per un’intera estate i ricercatori hanno collezionato più di 2000 canti, la cui localizzazione ha dimostrato che i cantori marini hanno raggiunto l’area di studio in giugno, lasciandola per tornare a Sud a fine estate.
Seppure non sia stato possibile stimare il numero di individui coinvolti, i risultati raggiunti (pubblicati recentemente su Biological Letters e riassunti dalla prestigiosa rivista Nature) rappresentano un passo importante per la conservazione della specie in un’area che attualmente è soggetta a un imponente traffico navale. Il cambiamento delle rotte di navigazione e la limitazione della velocità delle navi sarebbero quindi – secondo gli autori – opportune misure di mitigazione.