Neo-diplomati in omeopatia segnalano che il loro collega Alberto Magnetti, docente all’università di Torino, soffre di un eritema procuratogli dalla “crociata” di Query on line e Oggi Scienza. La custode si precipita a lenirne il prurito con Cardiospermum halicacabum in pomata omeopatica.
IL PARCO DELLE BUFALE – Sulla Stampa, in una rubrica assai piaciuta in quanto dedicata alla storia sua e della scienza, il prof. Magnetti narra la propria conversione all’omeopatia a partire da considerazioni epistemologiche:
Lo stravolgimento radicale di un vecchio paradigma comporta uno scontro tra il nuovo e lo scetticismo e la prudenza, legati a posizioni di conservatorismo e di difesa di feudi scientifici. Questa resistenza al nuovo tende a non riconoscere, attraverso posizioni aprioristiche, la validità del nuovo paradigma, perché ciò potrebbe compromettere interessi economici, metodologie tecnologiche consolidate nonché carriere e ruoli di potere. (l’esempio della teoria della relatività di Einstein e della meccanica quantistica di Heisenberg sono emblematici).
Emblematico è l’esempio del prof. Magnetti. Vive d’aria fresca e acqua distillata, regala visite e rimedi, insegna a contratto gratuito all’università. “Presidente dell’Istituto Omiopatico Italiano, Direttore Didattico della Scuola Medica Omeopatica Hahnemanniana di Torino, Coordinatore regionale della Federazione Italiana Medici Omeopatici (FIAMO)”, non ha né carriera né ruolo di potere. Novello Einstein-Heisenberg, ripudia metodologie consolidate per seguire il nuovo paradigma del Settecento e distinguere lo “scetticismo scientifico” suo e di Max Planck dal “fondamentalismo ideologico” di noi Crociati
dove alla Bibbia o al Corano o altro libro sacro si sostituisce Medline.
Da novello Einstein-Heisenberg-Planck, a Medline sostituì il vangelo secondo Hahnemann e
mi incamminai nel mondo inesplorato dell’omeopatia
insieme a
11999 altri miei colleghi italiani.
Fulminato sulla via di Boiron (dal cui sito è scomparsa l’emblematica corrispondenza con il titolare sul “futuro del mercato… compromesso da un’immagine deleteria” contro la quale entrambi lottano uniti), il prof. Magnetti scopre che
La medicina omeopatica ha accumulato in 200 anni grandi quantità di risultati clinici che solo recentemente sono stati messi al vaglio della metodologia sperimentale attraverso modelli che non si adattano al modello clinico omeopatico… Pertanto i risultati saranno tendenzialmente sempre scarsi.
Sulla scarsità che prude al prof. Magnetti la custode spalmerebbe altro C. halicacabum ma, a sorpresa, egli invoca le “metodologie tecnologiche consolidate” dell’esecrata “medicina biologica”:
con la medicina omeopatica non si illudono le persone, come si vuol far credere, ma si migliorano realmente le loro condizioni soggettive, si migliorano realmente i loro esami di laboratorio, si modificano realmente le loro condizioni anatomo-patologiche verificandole con RX, TAC, RMN, PET . Questa è la mia esperienza ormai trentennale.
Modesto, il prof. Magnetti aveva fin qui taciuto su quella lunga “esperienza diretta sui suoi pazienti”. Nel frattempo all’università di Torino, Fabrizio Benedetti otteneva identici risultati con il placebo, verificati da altri “con RX, TAC, RMN, PET”, usciti su Nature, Pain, Neuron ecc. Replicati in altri paesi, servono a diminuire dosaggi ed effetti collaterali di farmaci non alternativi. Ma il prof. Magnetti è troppo disinteressato per pubblicare ricerche che allevino il dolore dei malati di Parkinson e facciano risparmiare la Sanità pubblica. E anche troppo piccolo:
Io, nonostante l’età, preferisco sentirmi ancora un bambino in mezzo alle domande.
I suoi pazienti sono avvisati.
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