Le Istituzioni da sole basterebbero, se…
Un ennesimo sforzo per informare correttamente sui vaccini servirà a prevenire l'epidemia di fake news, nel caso improbabile che le istituzioni facciano rispettare le leggi.
IL PARCO DELLE BUFALE – Dopo l’inchiesta di Report sui presunti danni dei vaccini contro il papillomavirus – starring la dott. Antonietta Gatti dell’inesistente “Department of Nanodiagnostics” del CNR – la presidente del Consiglio superiore di sanità Roberta Siliquini ha annunciato “una sezione contro le fake news sul sito del Ministero della Salute”.
Ritiene infatti che
nell’informare la popolazione sui vaccini le Istituzioni da sole non bastano e che le persone debbano toccare con mano le fonti informative scientifiche. Ci rendiamo conto che è difficile per i non addetti ai lavori poter accedere alla letteratura scientifica e comprendere articoli magari in inglese; quindi, abbiamo pensato di fornire un servizio di sintesi e traduzione, anche comprensibile alla popolazione generale, dei principali articoli sui vaccini che vengono pubblicati nelle riviste più accreditate al mondo”.
La suddetta popolazione ringrazia del gentil pensiero, ma i vaccini non sono prodotti da banco (nota 1). Semmai il servizio va erogato a medici, infermieri e altri operatori sanitari antivaccinisti non ancora radiati dal proprio Ordine o Albo. Converrebbe anche prevedere bigini di statistica, protocolli, deontologia ecc. e domande a risposte multiple per accertare la comprensione degli articoli.
E magari crediti di formazione per incoraggiare i fautori di terapie alternative alla medicina, nonché giornalisti che ne riferiscono i miracoli, a imparare la differenza tra ricerca e réclame.
A quanto si apprende dalla Costituzione, i ministeri e altre Istituzioni hanno il potere (esecutivo) e il dovere di far rispettare le leggi, per esempio quelle sulla pubblicità ingannevole e sulle contraffazioni, violate da migliaia di operatori sanitari in pseudo-scienze.
Che si tratti di fake news?
In tutto il mondo, per esempio, i siti di “Istituzioni” smentiscono le proprietà antitumorali dell’Artemisia annua, una pianta che in Italia è vietato sia importare che vendere per uso alimentare.
Dal 2014 la guarigione di un tumore asportato chirurgicamente, attribuita dal paziente e dai suoi figli a una chemioterapia orale consistente in acquavite di A. annua, fiale di ferro e capsule di “superartemisinina”, incrementava la domanda.
Nel 2015 l’Istituto Nazionale dei Tumori riassumeva la letteratura scientifica in materia e
le ragioni per cui nessun medico oncologo e ricercatore può consigliare una dose, un preparato specifico e una schedula di somministrazione dell’Artemisia Annua che possa essere, su solide basi scientifiche, efficace e sicuro
Nel dicembre 2015 il Ministero della Salute comunicava all’Associazione degli erboristi UNIERBE di aver invitato
il Comando N.A.S. a mettere in atto le azioni necessarie affinché cessi la commercializzazione della pianta e la divulgazione delle comunicazioni in questione.
Nel gennaio 2016 non erano cessate né sulla stampa né sul web e un altro centro di ricerca oncologica smentiva a sua volta l’efficacia anti-tumorale della pianta.
Nell’aprile 2017 chi informa i lettori, il Ministero della Salute e altre Istituzioni che le comunicazioni non cessano riceve una diffida dalla Onlus più attiva nel divulgare la “cura”, sollecitare donazioni e reclutare su FaceBook pazienti con i quali un erborista e un oncologo omeopata sperimentano senza autorizzazione distillati d’Artemisia annua.
Nota 1
Fanno eccezione i vaccini omeopatici, detti anche omoeprofilassi, la cui vendita è autorizzata dalle Istituzioni in base all’assenza di letteratura scientifica che ne dimostri l’efficacia.
Per la foto, si ringrazia Salvo Di Grazia a.k.a. MedBunker.
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