CRONACA

Il sogno di Jules Verne

NOTIZIE – Un’impresa da Guinness dei primati. Esplorare le profondità degli abissi, per spingersi dove nessun uomo è mai giunto prima. L’ha annunciato questa settimana Richard Branson, il multimilardario fondatore della Virgin Records, presentando il progetto della Virgin Oceanics: 5 immersioni dei prossimi due anni.

Il primo viaggio è previsto entro la fine dell’anno nella Fossa delle Marianne, a più di 10mila metri di profondità nelle acque dell’Oceano Pacifico. Un sottomarino in grado di trasportare un passeggero, costruito per resistere alle pressioni esterne che si trovano a 11mila metri di profondità (che equivalgono a circa 1500 volte la pressione esercitata su un aereo). Al comando si alterneranno Chris Welsh e lo stesso Branson. Il mini-sottomarino Virgin Oceanics è lungo circa 5 metri e mezzo ed è stato realizzato in fibra di carbonio e titanio. Pesa più di 3600 chilogrammi e può navigare per circa 11 chilometri, rimanendo sottacqua senza aiuti esterni per 24 ore. Le “ali” del sottomarino gli permettono di planare sul fondo dei fondali per più di 10 chilometri per raccogliere immagini e video dell’ambiente sottomarino, così come campioni per la spedizione scientifica.

Sì, perchè il Virgin Oceanic non è solamente un sottomarino costruito per viaggi “turistici”, ma fa parte di un vero e proprio progetto oceanografico per scandagliare le acque più profonde alla ricerca di nuove forme di vita.

Come ha dichiarato in un’intervista pubblicata dalla rivista Nature, Douglas Bartlett, microbiologo marino dell’Istituto di oceanografia Scripps di La Jolla in California e membro del team di scienziati che affianca Branson in quest’avventura, “il problema non è spedire qualcosa a quelle profondità, ma riuscire a recuperarle”.

L’intento degli scienziati è infatti di recuperare e studiare i sedimenti. “Saremo in grado di posizionare sistemi di filtrazione sul fondo del mare, in modo da concentrare i microrganismi e ricavare l’equivalente di centinaia di litri d’acqua “, spiega ancora Bartlett. “Uno degli scopi è di sequenziare il genoma di questi organismi, utilizzando i nuovi sequenziatori oggi a disposizione, per capire se questi microrganismi possono avere future applicazioni biotecnologiche”.

Non solo genomica, perché tra gli scopi degli scienziati c’è anche quello di raccogliere dati sulla geologia e le profondità dei fondali, come spiega Katrina Edwards, della University of Southern California di Los Angeles, nella stessa intervista.

A queste profondità tutto deve funzionare alla perfezione e il pilota si trova da solo a dover affrontare gli imprevisti, senza la possibilità di essere raggiunto da squadre di soccorso, per questo nei prossimi tre mesi il sottomarino verrà sottoposto a test approfonditi per verificarne la struttura. Al viaggio inaugurale nella Fossa delle Marianne seguiranno Puerto Rico Trench, Diamantina Trench, South Sandwich Trench e Molloy Deep.

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