FOTOGRAFIA – Se state cercando una macchina fotografica innovativa, un po’ vintage, che è in grado di fotografare cose che le moderne fotocamere digitali con sensori sempre più sofisticati non possono nemmeno immaginare e avete un budget di almeno 4000 euro il modello che fa per voi si chiama AuraCam 6000. Questa macchina fotografica è in grado di catturare i colori (invisibili a occhio nudo) che circondano ognuno di noi e riprodurli su pellicola.
L’AuraCam è una macchina fotografica “inventata” 30 anni fa da Guy Coggins che ha l’aspetto e il funzionamento meccanico di una Polaroid, la macchina istantanea che ha segnato in maniera indelebile il concetto di immagine fotografica negli anni Settanta e Ottanta. Pesa un po’ di più, circa 3kg e impiega 90 secondi per lo sviluppo. Rispetto a una normale Polaroid è dotata di speciali sensori collegati con dei cavi al corpo macchina; il soggetto non deve fare altro che appoggiare il palmo delle sue mani sui sensori, mettersi in posa e click.
Qui però arriva la parte interessante. Di quella che Coggins chiama Biofeedback Photographic Tecnology perché grazie a questi due sensori la fotocamera inizia a registrare alcuni parametri biologici, il campo elettromagnetico, le radiazioni luminose e gli impulsi emozionali della persona per poi trasferirli sulla pellicola a sviluppo istantaneo. E sulla pellicola fissarli come un contorno luminoso intorno al soggetto. L’azienda che produce la macchina fotografica tiene a precisare di usare pellicole Fuji FP- 100C più stabili e nitide delle Polaroid, ma se avete difficoltà a reperire le pellicole, non c’è nessun problema perché l’Auracam può essere collegata ad un pc o a un televisore.
E fino a questo punto siamo nel campo della fotografia, seppur sperimentale, creativa e lontana dai canoni tradizionali.
Il risultato finale però, l’aurogramma, in effetti è sorprendente. O meglio a sorprendere è la sua interpretazione. I soggetti mostrano un alone intorno alla loro figura, di colore e densità diversi; una quadricomia in effetti molto artisitca che svelerebbe, secondo Coggins, l’essenza intima di una persona. Quella che, secondo la filosofia New Age, sarebbe l’aura, un sottile campo energetico che animerebbe tutti gli esseri viventi.
Bisognerebbe rispondere almeno a una domanda. Cos’è l’aura di una persona? Secondo chi ha realizzato l’AuraCam si tratterebbe di una serie di radiazioni che circondano il corpo umano, di diverso colore e ogni colore, vibrando su frequenze diverse, assume differenti significati. Per i cultori del paranormale sarebbe un’entità energetica individuale a stretto contatto con il nostro corpo. Il primo a fotografare l’aura sarebbe stato (il condizionale è d’obbligo)… Nikola Tesla nel 1891. Il suo lavoro sarebbe stato portato avanti in alcuni centri di ricerca dell’ex Unione Sovietica e dal 1975 esisterebbero fotografie che dimostrano che tutti siamo circondati da un aura invisibile, caratteristica di ognuno di noi ma al tempo stesso cangiante a seconda del nostro umore, del nostro stato emotivo e fisico. È superfluo ricordare a questo punto che non esistono prove scientifiche a supporto dell’esistenza dell’aura e quindi della possibilità di fotografarla?
E allora come si spiega quest’immagine?
I fotografi lo chiamano Effetto Kirlian dal nome del suo brillante inventore, un riparatore di macchine fotografiche russo. Si ottiene applicando un’elevata tensione elettrica a una pellicola fotografica e questo crea attorno all’oggetto una sfumatura luminosa più o meno intensa a seconda di vari parametri (umidità, temperatura, tempo d’esposizione ecc.). Nessuna aura, nessuna manifestazione della nostra energia interiore quindi ma solo fisica.
Tornando alla fotografia Carlo van de Roer, fotografo neozelandese, dal 2008 utilizza un’Auracam per ritrarre artisti e scrittori (e cogliere la loro aura) della scena newyorkese. Ha raccolto queste (belle) immagini in un lavoro The Portrait Machine che è in mostra dal 16 aprile alla M+B Gallery di Los Angeles.