Continua il tour europeo della mostra itinerante per i più piccoli “Energy Island – alla scoperta delle energie rinnovabili”.
LA VOCE DEL MASTER – La prima tappa ufficiale è stata Roma, al museo dei bambini Explora. Dalla capitale italiana, la mostra “Energy Island” – stesso nome, sottotitolo “Alla scoperta delle energie rinnovabili” tradotto ogni volta in una lingua diversa – si è spostata in Scozia al Satrosphere Science Center, poi s’è trasferita in Estonia, all’Energiakeskus di Tallin e ha fatto tappa in Germania all’Universum di Bremen. Ora è, ancora per qualche giorno, al Palais de la Découverte di Parigi, fino al 15 maggio. Dalla Francia arriverà in Svizzera al Kindercity di Zurigo per approdare nel nuovo Welios Science Centre Wels in Austria dove rimarrà fino ad aprile 2012. L’innovativo esperimento di mostra itinerante è promosso dalla rete SCICOM che riunisce musei e science center europei, tra cui lo stesso museo Explora di Roma.
Finanziato dal settimo programma quadro dell’Unione europea, la mostra “Energy Island” si rivolge prevalentemente ai più piccoli, con lo scopo di sensibilizzarli sull’importanza delle “fonti pulite” in modo corretto e divertente. Un modo per insegnare alle nuove generazioni, quelle a cui sarà affidata la società di domani, ad imparare a rispettare l’ambiente e mettere in atto strategie concrete per uno sviluppo sostenibile e attento alle problematiche del riscaldamento globale e della sovrappopolazione.
Grazie a un percorso in cui giochi ed esperienze sensoriali si susseguono, i bambini comprendono quanto possa essere reale e concreto l’utilizzo di fonti alternative e rinnovabili per fabbricare energia pulita spendibile. Per ogni fonte, sole, vento, acqua, calore della terra e biomassa, vi è un gioco didattico e la spiegazione del sistema di utilizzo della fonte tramite un testo scritto, in quattro lingue diverse, affiancato a un pannello illustrativo semplice e intuitivo.
Così i bambini imparano divertendosi che la luce solare è fonte di energia, utilizzabile per far navigare una barchetta con piccoli pannelli solari illuminabili tramite faretti mobili; comprendono, toccandole, che le rocce sono più calde a mano a mano che si scende nelle profondità della Terra, perché questa è caldissima all’interno e il calore geotermico può essere incanalato e utilizzato per riscaldare la propria casa o sistemi più grandi. Imparano che il vento può scompigliare i capelli ma anche far girare pale a velocità diverse a seconda del materiale con cui sono costruite e la posizione in cui si montano, intuendo da soli che la turbina eolica più efficiente è quella a tre pale verticale, la più usata. Il percorso mantiene alto l’interesse dei ragazzini che si prodigano spassosamente ad accendere una lampadina sfruttando l’energia delle onde create da loro stessi e annusando le diverse biomasse che una volta bruciate produrranno calore utilizzabile.
Infine si arriva all’ultima istallazione: il plastico dell’isola energetica, Energy Island, che ha fiumi, laghi e persino un vulcano; il piccolo giocatore raggiunge un certo punteggio grazie alla sua bravura nel posizionare le diverse stazioni (eoliche, geotermiche, solari) in diversi punti dell’isola al fine di renderla il più autosufficiente possibile. I bambini si divertono discutendo tra loro sulle strategie migliori imparate dai singoli giochi precedenti. Sorprendente vedere come riescano a mettere in pratica le informazioni che hanno acquisito giocando, disponendo le stazioni in modo ragionato.
Una mostra efficace, insomma. Completa perchè presenta non soltanto le fotografie di postazioni già attive in tutto il mondo ma anche gli aspetti negativi, come l’utilizzo dei campi per produrre biomassa a scapito delle coltivazioni edibili o lo scempio estetico del paesaggio in cui vengono posizionate le stazioni eoliche.