Nel IV rapporto dell’Ipcc uscito nel febbraio 2007, i soliti catastrofisti annunciavano la scomparsa dei ghiacciai himalayani entro il 2035. L’Ipcc si scusava dell’errore e il Ministero indiano per l’ambiente commissionava una nuova ricerca i cui risultati sono stati anticipati via stampa.
IL CORRIERE DELLA SERRA – Nel gennaio 2010, un blog rivelava la clamorosa esagerazione degli scienziati già travolti scandalo dallo scandalo “Climategate”. La realtà era diversa da come veniva riferita e ancora più bizzarra. Nel volume 2 del rapporto, intitolato Impatti, adattamenti e vulnerabilità, si legge:
Glaciers in the Himalaya are receding faster than in any other part of the world (see Table 10.9) and, if the present rate continues, the likelihood of them disappearing by the year 2035 and perhaps sooner is very high if the Earth keeps warming at the current rate. Its total area will likely shrink from the present 500,000 to 100,000 km2 by the year 2035 (WWF, 2005)
(I ghiacciai dell’Himalaya retrocedono più velocemente che in ogni altra parte del mondo e se prosegue il tasso attuale, la probabilità della loro scomparsa entro il 2035 e forse prima è molto alta se la Terra continua a riscaldarsi al tasso attuale. La sua superficie totale si restringerà probabilmente dagli attuali 500.000 a 100.000 km2 entro il 2005. Vedi nota 1)
L’anonimo correttore di bozze merita il premio Refuso del secolo. In due frasi i ghiacciai spariscono e passano dai 33.ooo km2 attuali a 100.000. Personalmente, sospetto un copia incolla non riletto del documento del WWF, che citava un articolo di New Scientist che citava questo dossier che citava ecc… Comunque sia, nel volume 1 che riassume le pubblicazioni scientifiche, la probabilità era spostata nel 2350. Ma alcuni dei 15 mila ghiacciai stanno in territori rivendicati da India, Cina, Pakistan, alimentano fiumi sui quali sorgono o sono previste dighe contestate dal Nepal e dal Bangladesh. La questione era delicata. Per rassicurare il paese e quelli confinanti, il Ministro indiano per l’ambiente pubblicò una rassegna commissionata al geologo Vijay Kumar Raina per il quale
E’ prematuro affermare che nell’Himalaya i ghiacciai si ritirano in maniera anomala a causa dei cambiamenti climatici.
La rassegna si basava su due anni di dati e osservazioni nonché su assunti ancora da dimostrare. Nel presentarla alla stampa il Ministro disse che quei ghiacciai non si scioglievano affatto, affermazione che il presidente dell’Ipcc Rajendra Pachauri liquidò poco diplomaticamente come “scienza voodoo… Non c’è dubbio che si stanno sciogliendo più velocemente”. Altre critiche al lavoro di Vijay K. Raina arrivarono da ricercatori indiani finché il Ministro chiese una ricerca seria. Due mesi dopo, la stampa indiana anticipò che dal 1962, “1.317 ghiacciai erano arretrati del 16%”, o forse meno, visto che erano passati “da una superficie totale di 5.866 a 4.921 chilometri quadrati”.
In un comunicato stampa emesso l’11 maggio scorso dal Marine, Geo and Planetary Science Group, dell’Indian Space Research Organisation, e ripreso da giornali indiani e qui, per esempio, dal Corriere della Sera, sono anticipati altri dati. Dalle immagini provenienti dal satellite Resourcesat-1 tra il 1989 e il 2004 e da ricerche sul campo, su 2.190 ghiacciai:
l’8% è avanzato, il 17% è stabile, il 75% s’è ritirato in media di 3,75 chilometri
Arrotondando, 3,75 x 1.500 = quasi un sesto della superficie totale sarebbe scomparsa in soli 15 anni? Speriamo che i conti non tornino. Alcuni dei ghiacciai studiati stanno su frontiere contese, nel centro lavora anche Vijay Kumar Raina, il protetto del Ministro, quindi il coordinatore della ricerca è diplomatico: “Molti ghiacciai sono ancora in condizioni sane,” dice. Non spariranno.” Questa volta, promette, i risultati saranno presto pubblicati su una rivista scientifica.
In tempo per includerli nel prossimo rapporto dell’IPCC sempre che il correttore di bozze non si distragga.
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Nota 1: altri particolari da Climate Science Watch.
Immagine: Resourcesat-1