CRONACA – Dopo 28 anni l’acceleratore Tevatron del Fermilab di Chicago chiude i battenti e lascia spazio a LHC. Oggi alle 21 (alle 14 negli Stati Uniti) una diretta web trasmetterà la cerimonia di chiusura di quello che è stato l’acceleratore di particelle più potente, prima dell’avvento del famoso collider del CERN. Per vent’anni infatti l’anello lungo 6 km che costituisce l’acceleratore del Tevatron è stato la macchina acceleratrice con la più alta energia di collisione dei fasci al mondo.
I messaggi su Twitter e Facebook scandiscono il conto alla rovescia che ci avvicina allo spegnimento del fascio di particelle iniziato il 3 luglio 1983 e delle collisioni iniziate due anni dopo. I problemi di budget e la concorrenza di LHC hanno spinto lo United States Department of Energy (DOE) a prendere la decisione di staccare la spina e neppure gli ultimi risultati delle ricerche del Tevatron (di cui avevamo parlato anche su OggiScienza solo pochi mesi fa) hanno fatto rimandare la decisione.
La chiusura di questo grande progetto statunitense richiama la notizia della partenza dell’ultimo space shuttle, che ha segnato la fine anche del programma spaziale americano. Due stop che sicuramente pesano sull’immagine degli Stati Uniti.
Ma nel caso di Tevatron la chiusura non significa la fine di tutti gli esperimenti del Fermilab. Durante i prossimi anni verranno analizzati tutti i dati prodotti fino ad oggi dai rivelatori CDF e DZero, sperabilmente producendo risultati significativi. CDF e DZero sono infatti due esperimenti sviluppati per esplorare il mondo subatomico per cercare l’origine della massa e di nuove particelle e forze che contribuirebbero a spiegare la natura dell’universo. Gli altri acceleratori presenti al Fermilab continueranno a fornire fasci di particelle e il laboratorio di fisica delle particelle potrà proseguire le attività di studio di protoni, muoni e degli oggi famosissimi neutrini.
L’acceleratore di Chicago ha contribuito a molte delle scoperte che hanno segnato la fisica moderna, come quella del Quark top, una particella fondamentale del Modello Standard rivelata nel 1995, o dei mesoni Bc nel 1998. Fermilab continuerà a lavorare indagando la scienza che sta dietro il nostro universo e proseguirà la caccia al Bosone di Higgs grazie alla collaborazione con i laboratori del CERN. Il budget di 50 milioni di dollari necessario per sostenere l’attività del Tevatron ogni anno, in parte servirà a finanziare lo studio dei neutrini grazie al progetto LBNE che ricorda molto da vicino quello che ha portato i Laboratori Nazionali del Gran Sasso e il CERN sulle pagine dei giornali in questi giorni.
Adesso a Chicago si aspetta lo sviluppo degli acceleratori di nuova generazione per candidarsi alla realizzazione e si punta sulla realizzazione del Project X, un nuovo acceleratore (non collider!) di protoni, la cui costruzione dovrebbe iniziare nel 2015 per essere attivo nel 2020.