CRONACA – Gli economisti della scuola di Chicago dicono che l’H. sapiens è un animale egoista che mira al massimo profitto. I neuroscienziati della scuola di Chicago dimostrano che il Rattus è diverso, in particolare se femmina.
Inbal Bartal, Jean Decety e Peggy Mason, dell’università di Chicago, hanno cercato di stabilire se giovani ratti – dei piccoli Sprague-Dawley tra i tre e i sei mesi – erano capaci di altruismo. Si sapeva già che si lasciano contagiare dalle sensazioni e dai sentimenti dei compagni, paura, sofferenza, allegria, curiosità ecc. Sono empatici come tutti i mammiferi osservati fin qui, ma l’empatia ne modifica il comportamento e fino a che punto?
Per due settimane i ricercatori hanno fatto convivere nello stesso recinto due ratti né parenti né conoscenti, in tutto 24 maschi e 4 femmine. Per qualche giorno li hanno portati in una “arena” di plexiglas e manipolati come lo sarebbero stati durante gli esperimenti che non dovevano assolutamente stressarli. Dopo averli rassicurati in questo modo, nel corso di 12 giorni hanno lasciato che una volta nell’arena imparassero ad aprire la porta di una gabbietta trasparente. Qualcuno era un po’ ottuso e un ricercatore gli dava un dito a sollevare la porticina. Quando ci sono riusciti, si sono ritrovati il convivente infilato nella gabbia tutti i giorni per un mese. (Negli esperimenti di controllo, la gabbia era vuota e quasi nessuno s’è preso la briga di aprirla.) Ogni volta hanno liberato il compagno, sempre più rapidamente, e c0n tante ripetizioni era chiaro che non erano spinti dalla curiosità.
Né dall’egoismo nel senso di preferire un compagno, i rapporti sociali, alla solitudine o di voler soltanto alleviare lo stress causato dalle richieste d’aiuto del prigioniero perché alcuni squittivano pochissimo. Infatti lo liberavano sempre, anche quando finiva in un’arena separata e si ritrovavano soli come prima.
Erano proprio guidati dall’altruismo. Quando potevano scegliere tra aprirgli la gabbia o aprirne una identica con dentro il loro cibo più prelibato in assoluto, cinque cioccolatini al latte della Nestlé, aprivano prima la sua, poi l’altra e quasi sempre gli lasciavano due cioccolatini. C’era una differenza di genere, tuttavia:
Una maggior proporzione di femmine (6/6) che di maschi (17/24) sono diventate “apri-porta”, il che coincide con le indicazioni che le femmine sono più empatiche. Inoltre dal 7° al 12° giorno ci mettevano meno tempo ad aprire la porta ed erano anche più attive dei maschi nel recinto con il compagno intrappolato che in quello vuoto.
Coincide anche con le indicazioni che le femmine sono più intelligenti? Su questo punto gli autori non si sbilanciano. Ma noi primati non dobbiamo montarci la testa, ormai è chiaro che ci sono altre mammifere dotate di senso morale.