SALUTE

Vuoi provare un funghetto magico? È un esperimento…

SALUTE – Non è facile fare ricerca sulle droghe, sulle sostanze psicotrope in genere. Ci sono spesso ostacoli legali, ma anche culturali. Il rischio, infatti, è che si scopra che le droghe possono avere anche effetti positivi.

Apriti cielo, non sia mai! In realtà le sostanze allucinogene sono, appunto, delle sostanze che agiscono sul cervello, e conoscerle meglio può essere utile non solo per una comprensione maggiore del cervello stesso, ma forse anche per curare alcuni disturbi.

Capita quindi che a trenta volontari venga chiesto di assumere psilocibina, una triptamina allucinogena presente in alcuni funghi, per vedere l’effetto che fa. I risultati apparsi in studi separati, uno pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science (Pnas) e l’altro che dovrebbe uscire in settimana sul British Journal of Psychiatry sono stati per certi versi inaspettati.

I volontari, sottoposti a imaging a risonanza magnetica per misurarne l’attività cerebrale, hanno mostrato una soppressione di alcune aree cerebrali coinvolte nei trattamenti antidepressivi.

Le sostanze psichedeliche sono spesso assunte per “espandere la mente”, e ci si aspetterebbe un aumento di attività cerebrale, ma in realtà si assiste al contrario: un decremento di aree ad alta densità di connessione.

Secondo Robin Carhart Harris del dipartimento di medicina dell’Imperial College, che ha lavorato in entrambe le ricerche, la psilocibina potrebbe essere utile nei trattamenti psicoterapeutici. Non solo, perché questa sostanza pare aver migliorato anche il recupero dei ricordi nei soggetti esaminati.

Le aree cerebrali coinvolte sono la corteccia prefrontale mediale e la corteccia posteriore cingolata, aree considerate come una sorta di “piattaforma di connessione”. Se la seconda è ritenuta essere fondamentale nella coscienza di sé, la prima è conosciuta per essere molto attiva nei casi di depressione. Farmaci antidepressivi come il Prozac e altri trattamenti e terapie cognitivo comportamentali tendono a sopprimere proprio quest’area.

Ecco perché secondo i ricercatori l’azione della psilocibina potrebbe essere utile proprio per curare questo disturbo.

Le due ricerche hanno anche dimostrato inoltre che la triptamina riduce il flusso sanguigno nell’ipotalamo, la parte del cervello che spesso vede un aumento di sangue nei casi di emicranie a grappolo.

Attenzione, però. Molta attenzione. Stiamo parlando di studi in situazioni controllate. Questi solo alcuni dei tanti effetti di sostanze stupefacenti come i funghi allucinogeni. Studiare le proprietà di una sostanza contenuta in particolari miceti serve a capirne il funzionamento, ma l’assunzione di droghe del genere, oltre ad essere illegale, può essere estremamente pericolosa.

I ricercatori fanno inoltre notare che questa nuova ricerca è a uno stadio preliminare e ha coinvolto solo un piccolo numero di persone. Queste droghe hanno un impatto molto intenso sul cervello, ma resta ancora molto lavoro da fare. I risultati emersi sono molto interessanti da un punto di vista scientifico, ma bisogna ancora capire se effettivamente la psilocibina potrà considerarsi una sostanza sicura, efficace e accettabile nelle psicoterapie.

Immagine: “VintageER” (CC)

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