ARTE, MUSICA E SPETTACOLI – Nel Regno Unito (e più in generale in tutto il mondo anglofono, e non solo) quando si parla di cultura si include automaticamente anche il sapere scientifico. Nel nostro Paese questo accade più raramente e forse l’ultimo più grande letterato nostrano che ha fatto del sapere scientifico parte della sua formazione è stato l’amatissimo Italo Calvino. Nel mondo anglosassone invece non è infrequente, e così capita di scovare sulle pagine del Guardian (un quotidiano diciamo – tagliando un po’ con l’accetta – corrispondente della nostra Repubblica) un lungo articolo di Ian McEwan, celebre scrittore, autore di capolavori come “il Giardino di cemento” e più recentemente di “Solar”, che traccia un paralellismo fra il processo creativo in letteratura e nella scienza, concentrandosi su due figure chiave: Charles Darwin e Albert Einstein.
Più nello specifico, McEwan racconta dell’urgenza di essere primi stando però “seduti sulle spalle dei giganti”. Sia Darwin che Einstein hanno infatti pubblicato i loro lavori più importanti perché temevano di perdere il primato: Darwin per via di un paper che Alfred Wallace stava per pubblicare, Einstein per David Hilbert che rese pubblica poco prima di Einstein la formulazione matematica della relatività generale (teoria formulata da Einstein).
Entrambi, continua McEwan, si impegnarono a fondo per essere i primi a rendere pubbliche le teorie di cui erano davvero i padri fondatori, anche se come accade sempre nel pensiero scientifico i loro pensieri non erano che il risultato delle conoscenze accumulate nei periodi precedenti, e che se non l’avessero fatto Darwin e Einstein molto probabilmente prima o poi qualcun altro ci sarebbe arrivato comunque.
McEwan racconta il tormento di Darwin quando riceve l’articolo di Wallace che gli chiede di recapitarlo a Charles Lyell, celebre geologo, perché questi lo pubblichi. Darwin è profondamente scosso, l’articolo di Wallace ricapitola succintamente e molto chiaramente tutto quello che lui aveva elaborato nei decenni precedenti ma mai pubblicato (e cioè la teoria dell’evoluzione delle specie) e sa che se Wallace l’avesse pubblicato gli avrebbe soffiato il primato. Darwin potrebbe far sparire l’articolo di Wallace, ma è un uomo d’onore (e nel bel mezzo di un terribile periodo personale, con le perdita del figlio di soli due anni, il piccolo Charles) e quindi inoltra l’articolo a Lyell. Per il resto dell’avvincente vicenda consiglio la lettura dell’articolo di McEwan (che in realtà è la riscrittura di un intervento dello scrittore in una lecture tenuta a Santiagio del Cile). Enjoy.
Crediti immagine: Thesupermat