IL PARCO DELLE BUFALE – Dagli anni Novanta, viene chiamato punto G (per God) il lobo temporale destro del cervello dal quale avrebbero origine provano esperienze religiose. Lo smentisce una nuova ricerca. Non va confuso con il punto G in un organo diverso, che una nuova “scoperta” avrebbe confermato.
Il primo punto G era stato identificato in pazienti epilettici che durante crisi di iperattività del lobo temporale destro percepivano la presenza di Dio, o della Vergine Maria nel caso di un 19enne ebreo. Grazie a queste prime scoperte e al “casco di Dio” che stimolava l’area con onde magnetiche, il prof. Michael Persinger sosteneva di indurre nei volontari stati “trascendentali”.
Ma nelle carmelitane in preghiera, Mario Beauregard (un altro canadese!) aveva poi osservato attività in varie aree del cervello. E nessun punto G. Per vederci chiaro, Brick Johnstone e colleghi dell’università del Missouri hanno studiato 20 pazienti con lesioni del lobo parietale destro.
Sull’International Journal of the Psychology of Religion, scrivono che più era estesa la lesione e più i pazienti si sentivano parte di un piano divino. La loro maggiore “spiritualità” non si accompagnava solo a un deficit del lobo parietale ma anche a una maggiore attività di quello frontale. Di punto G non c’era traccia.
L’altro G: Qui vanno usati eufemismi, lettrici per favore cercate di capirmi. Da quel punto G dipenderebbe la soddisfazione di amori non trascendenti, cosa smentita due anni fa. La nuova “scoperta” anatomica che ne confermerebbe l’esistenza è pubblicata sul Journal of Sexual Medicine dal dott. Adam Ostrzenski, il chirurgo titolare di una clinica di Ginecologia cosmetica, in Florida.
La scoperta è ancora più dubbia delle precedenti. Il dott. Ostrzenski ha identificato il punto G sul cadavere di una signora di 83 anni le cui soddisfazioni da viva rimarranno per sempre ignote.
Approfondimento, rassegna e indagine sullo scopritore.
Credito immagine: M.A. Persinger, Wikipedia