ECONOMIA – Sul Journal of the American Medical Association, Paul Offit passa in rassegna i vent’anni di attività del National Center for Complementary and Alternative Medicine (NCCAM), il più grande istituto al mondo per gli esperimenti clinici sull’efficacia delle medicine alternative. Visti i risultati, propone che il Centro studi l’effetto placebo.
Il NCCAM è stato aggiunto nel 1992 ai National Institutes of Health per volontà di alcuni congressisti americani, interessati in particolare alle proprietà terapeutiche della preghiera. Dotato un budget annuo di 100 milioni di dollari (oggi 130), ha speso 1,6 miliardi in esperimenti. All’inizio molti speravano che ne sarebbero emersi rimedi e pratiche efficaci, dopotutto i medici alternativi e complementari elencano numerose guarigioni. Paul Offit, del Children’s Hospital di Philadelphia, fa un elenco diverso:
Il NCCAM ha speso $374.000per scoprire che inalare profumi di limone e di lavanda non rimargina le ferite; $750. 000 per scoprire che la preghiera non cura l’AIDS né accelera la guarigione dopo interventi chirurgici al seno; $700.000 per scoprire che i magneti non migliorano l’artrite, la sindrome del tunnel carpale o l’emicrania; e $406.000 per scoprire che i clisteri al caffè non curano il cancro al pancreas (1).
Nell’intervista audio, precisa che non chiede la chiusura del NCCAM. Il Centro ha accumulato quasi esclusivamente risultati negativi, ma anche questi sono utili. Altri medici sono più radicali (metaforicamente). Nel caso dell’omeopatia, per esempio, Offit pensa
che ci sia una risposta fisiologica che merita di essere studiata, per capire qual è il modo migliore di usare il placebo.
e che il NCCAM abbia ormai l’esperienza giusta. A differenza dei farmaci alternativi (o tradizionali che spesso può sostituire almeno in parte), il placebo non dovrebbe generare molti profitti, quindi i finanziamenti sono scarsi. Inoltre non c’è “domanda” e negli Stati Uniti è quella che conta:
Ormai abbiamo maestri Reiki che esercitano negli ospedali. Purtroppo la medicina è diventata un mercato e l’idea è di fornire ai clienti ciò che desiderano. Ma questo non è il nostro compito. Da clinici, dobbiamo avere un livello di professionalità basato sulla scienza. Se promuoviamo il pensiero magico o la ciarlataneria, danneggiamo tutti.
Resta da verificare l’utilità dei risultati negativi. L’Echinacea, per esempio, ha un’efficacia ben documentata in dermatologia. Però viene venduta soprattutto contro il raffreddore, un uso approvato dall’Agenzia europea per i farmaci senza indicare alcun esperimento clinico. (Che abbia preso come riferimento questa meta-analisi di 14 studi così disparati che alla fine gli autori ne auspicavano uno che misurasse le stesse cose allo stesso modo?) Da allora ci sono i dati dell’esperimento dell’NCCAM. Modificheranno il mercato?
(1) Malgrado quanto ripetuto qui.
Credito immagine: Giancarlo Dessì