SALUTE – Il luogo comune vuole gli uomini meno propensi ad assaggiare cibi vegetariani, e ricerche scientifiche supportano l’opinione, cercando anche di spiegare i motivi della scelta tendenzialmente carnivora dei maschi rispetto alle femmine. Secondo i risultati ottenuti da un gruppo di ricercatori guidati da Paul Rozin, professore di psicologia all’Università della Pennsylvania già noto per i suoi studi sui fattori psicologici e sociali legati alle nostre scelte alimentari, ci sarebbe una forte associazione tra la carne e gli stereotipi sulla virilità.
Nello studio pubblicato sul Journal of Consumer Research gli autori osservano che la carne era “metaforicamente” più legata al concetto di mascolinità dei cibi vegetariani, almeno per i maschi americani e inglesi sui quali sono stati condotti gli esperimenti del team di ricerca.
Una serie di test, infatti, andava ad analizzare il rapporto tra la metafora e i cibi, come il latte, la carne, o la soia e ciò che gli autori hanno osservato è che i partecipanti correlavano maggiormente la bistecca alla mascolinità piuttosto che la zucchina e che quando si parla di carne, questa genera nel discorso delle persone un maggior numero di parole legate alla sfera maschile. Inoltre, gli autori hanno analizzato 23 lingue diverse che usano pronomi con genere maschile e femminile, osservando che nella maggior parte di questi si usano pronomi maschili per riferisi alla carne.
Ciò potrebbe significare che il marketing dei prodotti vegetariani, per poter accalappiare anche una buona fetta di uomini, dovrà fare uno sforzo notevole per sradicare quest’idea e rendere soia, seitan e tofu più appetibili anche all’uomo “macho”.
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