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La goletta umana

JEKYLL – Geoswim, 250 km a nuoto in solitaria  per rilevare gli aspetti  morfologici della costa istriana. Questo è  il progetto di Stefano Furlani, ricercatore del Dipartimento di Matematica e Geoscienze dell’ Università di Trieste. Stefano partirà oggi, 2 luglio, da Sišan, in Croazia. Condizioni meteo permettendo, ha in programma di raggiungere il Parco Marino di Miramare (Trieste) dopo 26 giorni in acqua. Vuole sfruttare le possibilità scientifiche offerte dalla  swim surveying per studiare la costa a falesia tipica di questa area e di difficile accessibilità, se non si è subacquei attrezzati oppure navigando in barca. Nuoterà a 5 metri dalla costa. Avrà a disposizione due videocamere, di cui una posizionata a 50 centimetri sotto il livello dell’acqua, un GPS e un profondimetro. Il tutto montato su un barchino dal peso di poco più di tre chilogrammi che trainerà durante l’impresa.

Quali risultati si aspetta da questo progetto?

“I rilievi della costa istriana fino ad oggi sono stati puntuali, mentre manca la visione di insieme della morfologia della zona  intertidale e del solco marino. Il solco marino è il nostro obbiettivo di studio, in quanto marker del livello del mare di epoche passate. La sua presenza è costante intorno a 50 centimetri di profondità in tutta l’area istriana, mentre si approfondisce a circa 2 metri sotto il castello di Duino. Mi interessa inoltre testare questo metodo di rilevamento, lo swim surveying, per riproporlo in altre aree geografiche. È probabile che  non sia adatto a tutte le coste, soprattutto dove il moto ondoso è molto forte e c’è molto vento”.

Dal punto di vista atletico, che tipo di preparazione è richiesta?

“Mi sono allenato negli ultimi 6 mesi, e sono in grado di nuotare per molte ore continuative e per oltre 10 km per volta.  Per questa impresa sarò attrezzato con una muta da 2,5 mm, maschera e pinne. Indosserò un cardiofrequenzimetro durante la permanenza in acqua, nient’altro. Mi sento pronto sia dal punto di vista fisico che psicologico”.

Come si nutrirà, e a quali difficoltà potrebbe andare incontro, durante l’esperimento?

“Mi dovrò fermare ogni tre ore per sostituire  le schede delle videocamere, e  approfitterò delle pause  per consumare pasti leggeri e barrette di integratori. Le provviste e l’acqua potabile sono stivate nei galleggianti del barchino. Gli psicologi  del Dipartimento di Scienze della Vita dell’Università di Trieste saranno partner del progetto. Con  loro vogliamo studiare le alterazioni, dovute alla fatica, della capacità di valutazione della profondità e le modificazioni dell’apprendimento dovute all’osservazione prolungata delle profondità dello slop della costa”.

Non rimane che dare appuntamento a Stefano in una delle località della costa istriana dove approderà nei prossimi giorni (per sapere dove e quando, è possibile seguire l’impresa su Facebook e via Twitter), per un aggiornamento e le prime impressioni dello studio. Nel mentre, ascoltiamo direttamente dalla sua voce in cosa consiste Geoswim:

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