IL PARCO DELLE BUFALE – Per sfuggire all’afa, la custode si è recata da Climate Monitor nella speranza che il meteorologo dell’Aeronautica avesse notizie fresche a conferma del raffreddamento globale iniziato nel 1999 e che dal 2009 distrugge i raccolti statunitensi con ondate di gelo estivo. Non è stata delusa.
In “Antartide: la realtà supera l’immaginazione“, l’ufficiale ricopia un tweet che ricopia un titolo di giornale:
Tutto sommato le piattaforme di ghiaccio dell’Antartide non si sciolgono, stando a nuovi dati sul campo.
Ricopia poi, sempre in inglese, un pezzo del comunicato stampa riguardante l’articolo del dottorando Tore Hattermann, due colleghi dell’Istituto polare norvegese e l’oceanografo americano John Lilly.
Risulta che precedenti ricerche, basate su modelli al computer e senza un confronto con dati diretti, sovrastimavano le temperature e la portata dello scioglimento sotto la piattaforma di Fimbul. Questo ha fatto ritenere erroneamente, dice Hattermann, che essa perdeva più massa di quanto ne guadagnava, arrivando a una perdita netta di massa. I risultati del nostro gruppo indicano che le temperature dell’acqua sono molto più basse di quanto previsto dai modelli al computer.
Il ten. col. Guidi precisa:
Naturalmente non sono dati rappresentativi dell’intero continente, né si parla della Penisola Antartica, unica zona dove il bilancio di massa negativo è accertato.
(“Naturalmente”, il bilancio di massa negativo accertato per l’intero continente è di 190±77 gigatonnellate di ghiaccio/anno, di cui 132±26 Gt/anno nella Penisola.)
Ma è comunque una porzione enorme del territorio antartico che pare goda di ottima salute.
(“Enorme” nel senso di meno del 2%.)
La nuotata indesiderata causa aumento incontrollato del livello dei mari che i modelli climatici prospettano pare rimandata.
Confuso l’effetto dello scioglimento dei ghiacciai terrestri con il non effetto di quello di piattaforme marine, banchise e iceberg, l’alto ufficiale impartisce un ordine ai ricercatori:
Misurate, gente, misurate…
Per misurare, gente, misurare la competenza del ten. col. Guidi, basta seguirne il link articolo sulle Geophysical Research Letters:
I meccanismi del trasferimento di calore alle piattaforme antartiche sono un’importante fonte di incertezza nel valutare la risposta della calotta antartica al cambiamento climatico. Le osservazioni dirette dell’interazione piattaforma-oceano sono rarissime e i modelli faticano a prevedere tassi di fusione ragionevoli.
(La custode ricorda che nel IV rapporto IPCC del 2oo7, sotto “tassi previsti per le piattaforme antartiche” c’era scritto “boh…“.)
I nostri dati 2010-2012 [nota indignata 1] da tre ancoraggi oceanici sotto la piattaforma di Fimbul nel mare orientale di Weddell mostrano acque di cavità fredde a temperature medie di 0,1° C sopra il punto di fusione superficiale.
A seconda delle stagioni, nelle cavità sottomarine delle piattaforme l’acqua calda entra dall’alto o dal basso, perciò
la fusione basale non può essere parametrizzata usando semplicemente la temperatura oceanica profonda lungo la costa, ma è legata sia alla forzante solare in superficie che ai processi costieri che controllato i flussi di calore nell’oceano profondo.
I modelli erano troppo semplici. All’insaputa del ten. col. Guidi pero, sono così cambiati che Hattermann et al. trovano corrette le “precedenti ricerche”:
I tassi di fusione dal basso sono quindi in linea con le stime di un bilancio di massa stabile calcolato da sensori remoti (Rignot et al., 2008), le quali indicano che le piattaforme sulla costa di Dronning Maud Land non sono attualmente soggette a perdita rapida
bensì a quella lenta “accertata” anche da Chen et al. nel 2009.
Nota indignata 1
“Nostri” dati un corno. Il dottorando ha usato le temperature di superficie registrate attorno alla Fimbul da nove leoni marini (Mirounga leonina) ognuno con sensori sulla testa e neanche uno straccio di contratto!