SALUTE

Elogio del condom

SALUTE – Succede che a Trieste una farmacista si rifiuta di vendere preservativi perché, come insegna la dottrina cattolica, il fine dell’amore sessuale è la procreazione e “chi non vuole bambini, che si astenga”. Ci sembra inutile commentare l’estremismo e la velleità di una simile opinione, mentre è grave che la funzionaria di un esercizio di tutela della salute pubblica, concesso su licenza dello Stato, abdichi arbitrariamente, in nome delle proprie personalissime idee, al servizio sanitario che, per legge, deve svolgere verso i cittadini. I profilattici sono dispositivi medici, sottoposti al controllo del Ministero della Salute, e dovrebbe essere illegale rifiutarne la vendita. Di certo, un comportamento simile (peraltro, non è il primo caso, un altro era già esploso a Roma) meriterebbe provvedimenti da parte dell’Ordine: viola ripetutamente il codice deontologico del farmacista al cui articolo 1 si specifica che: “il farmacista deve svolgere il ruolo di educatore sanitario”, “essere sempre attento e sensibile alle necessità sociali e sanitarie” e “aggiornare costantemente le proprie conoscenze scientifiche”.

Un principio basilare dell’educazione sessuale (e quindi sanitaria) è farlo protetti. Bisognerebbe raccomandare l’uso del preservativo e sensibilizzare i giovanissimi al sesso sicuro con corsi nelle scuole e campagne mirate. Altro che tabù. In Italia oltre la metà dei ragazzi si approcciano alle prime esperienze impreparati e incoscienti, come rivela un sondaggio promosso dalla campagna “Scegli tu” della Società italiana di ginecologia e ostetricia. Risultato: ogni estate s’impenna la domanda di pillole del giorno dopo (+12% lo scorso agosto), in particolare tra le under 20, ed è in continuo aumento la diffusione di malattie sessualmente trasmissibili (al rientro dalle vacanze, le visite specialistiche s’impennano del 30%). Due volte su tre, chi contrae un’infezione a causa di rapporti non protetti ha tra i 15 e i 24 anni. Tra errate convinzioni e falsi miti, la precauzione più diffusa tra i giovani è ancora il coito interrotto. Precauzione, per modo di dire, dato che non solo non protegge dalle infezioni, ma è altamente inefficace come contraccettivo: lo scorso anno si calcola che la “fuga” prima dell’eiaculazione abbia provocato circa 100 mila gravidanze.

Checché ne pensi la titolare della farmacia Sponza al San Giuseppe, nel quartiere triestino di Roiano, è il condom il singolo strumento più efficace in grado di evitare le gravidanze indesiderate (nel 98% dei casi, se usato correttamente) e l’unico metodo capace di prevenire le malattie sessualmente trasmissibili. Che sono tante: non solo l’Aids, ma anche l’epatite B, l’herpes genitale, l’infezione da Hpv (causa del 99% dei tumori al collo dell’utero nella donna) quelle più comuni di origine virale; ci sono le infezioni batteriche come la sifilide, tutt’altro che scomparsa come si pensava, la clamidiosi, la gonorrea, su cui recentemente l’Oms ha lanciato l’allarme per la diffusione di super ceppi resistenti agli antibiotici; ci sono poi le malattie trasmesse da parassiti, come le tricomoniasi o le micosi (per esempio, la candidosi). Anche chi ricorre abitualmente ad altri anticoncezionali, come la pillola contraccettiva o la spirale, dovrebbe usare il preservativo per evitare le malattie sessuali. Come attestano i Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, l’efficacia del “cappuccio di lattice” è stata dimostrata sia negli studi di laboratorio che nelle indagini epidemiologiche, oltre che sulla base di evidenze empiriche. Il profilattico, infatti, costituisce una barriera fisica anche contro i patogeni più piccoli. A volte non basta a impedire l’infezione, perché per alcune patologie questa può avvenire nel semplice contatto pelle a pelle tra i genitali (come per l’Hpv o l’herpes), ma senz’ombra di dubbio i profilattici riducono al minimo il rischio di malattie trasmesse attraverso i fluidi (come l’Aids, la gonorrea, la clamidia, la tricomoniasi).

In molti paesi afflitti dall’Aids, il profilattico ha giocato un ruolo decisivo nel controllo e riduzione della trasmissione del virus, per esempio in Uganda, Tailandia, Cambogia, Brasile, ricorda l’Organizzazione mondiale della sanità nel “position statement su condom e prevenzione dell’Hiv”. Ma l’Aids, più di 30 anni dopo la sua comparsa, è un’emergenza globale, che non riguarda solo i paesi meno sviluppati. In Italia, secondo i dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità, si contano circa 4.000 nuovi contagi del virus dell’Hiv ogni anno, l’80 per cento dei quali dovuti a rapporti sessuali non protetti.

All’interno di un programma d’interventi di educazione sessuale, le indicazioni della massima autorità sanitaria parlano chiaro: “i condom devono essere prontamente disponibili universalmente, gratis o a prezzo ridotto, e promossi in modo da superare gli ostacoli personali e sociali al loro utilizzo”. Qualcuno lo dica alla farmacista di Trieste, e agli altri suoi colleghi che si rifiutano di vendere preservativi. E diciamolo pure alle istituzioni sanitarie e scolastiche, ai produttori e distributori, ché magari se i preservativi fossero più economici (e quindi accessibili) e si promuovesse di più il loro uso appropriato, si potrebbero evitare tanti guai, e tante spese per riparare quei guai. A proposito di spending review.

Crediti immagine: Wen-Yan King

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