CRONACA – Dopotutto i corvidi sono davvero capaci di risolvere il problema della brocca mezza vuota. Nella fiaba originale di Esopo la cornacchia assetata ma da becco troppo corto non riusciva a bere dalla brocca con poca acqua dentro, ma riempiendola di sassi raggiungeva finalmente il liquido prezioso. Un compito molto simile a quello che Nicola Clayton dell’Università di Cambridge e colleghi hanno fatto fare ai loro corvi. Gli scienziati però non si sono fermati qui, hanno confrontato la prestazione degli uccelli con quella di bambini di diversa età (4-10 anni). Risultato: sia i bambini (fino ai 7 anni) che i corvi risovevano il problema in 5 tentativi. I bambini più grandi però ci riuscivano la primo tentativo.
Usando anche tecniche sperimentali in cui il far cadere le pietre nell’acqua provocava risultati implausibili (in una condizione si alzava il livello in un altro tubo, apparentemente non collegato al primo) gli scienziati hanno anche osservato che i bambini riscono a generalizzare il rapporto causa effetto anche a queste situazioni implausibili, mentre i corvi no. Secondo Clayton i bambini usano la covariazione degli eventi anche quando non esiste un collegamento fisico fra di essi, cosa che risulta difficile per i corvi.
Questa abilità dei bambini protrebbe spiegare come gli esseri umani utilizzano dispositivi in cui il funzionamento è nascosto, come computer e sostegni digitali. Lo studio è pubblicato su PLoS One.
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