CRONACA – Sugli OGM la questione è sempre aperta. E così anche sul cotone geneticamente modificato con un batterio, il Bacillus thuringiensis, noto come “cotone BT”. Alcune ricerche in ambito economico dimostrerebbero che i benefici di queste coltivazioni sul benessere dei Paesi in Via di Sviluppo non sono poi così rilevanti, ma, stando ad un recente articolo pubblicato su PNAS in India l’utilizzo di questo genere di coltivazione avrebbe permesso un incremento del guadagno del 50%.
Gli autori della ricerca sostengono, infatti, che i precedenti studi hanno valutato un impatto così a breve termine da “falsare” i risultati. Secondo la loro indagine, invece, che ha preso in esame dati raccolti tra il 2002 e il 2008 in 553 famiglie dei quattro principali stati indiani, l’uso di cotone transgenico BT ha permesso una resa in cotone del 24% in più proprio grazie alla riduzione di attacchi da parte dei più comuni parassiti. Le piantagioni indiane sono state modificate geneticamente con il DNA del bacillo così da stimolare le piante a produrre da sole quelle sostanze insetticide di cui avevano bisogno per proteggersi.
I miglioramenti che si sono ottenuti con l’adozione del cotone BT hanno anche permesso un aumento della spesa da parte delle famiglie dei piccoli agricoltori, circa il 18% in soli due anni.
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