COSTUME E SOCIETÀ

Pollo alla nigeriana

nigeriaCOSTUME E SOCIETA – Sotto lo pseudonimo di “Gentzen“, un provocatore di nome Alessio Guglielmi e di professione logico matematico, segnala una ricerca di Cormac Herley e ne deduce una strategia per limitare i danni delle truffe in generale. Forse non è valida per le truffe fantascientifiche.

Tutti conosciamo la truffa nigeriana: arriva un email dalla Nigeria che promette una percentuale se si aiuta a esportare illegalmente l’oro di un principe. A chi si mette in contatto con i truffatori viene poi chiesto un anticipo per corrompere qualche funzionario, e lì sta la truffa. Ora ci mandano un email, anni fa mandavano fax e prima ancora lettere, sempre con la stessa storia.

Bene. La domanda è: come mai i truffatori continuano a usare da decine di anni, senza cambiare i dettagli, questo schema così palesemente falso? E persino adesso, quando grazie a internet quasi tutti lo conoscono?

La risposta è che convincere chi si mette in contatto a sganciare l’anticipo ha un costo: richiede molte telefonate, l’invio di documenti (finti), e quindi un po’ di soldi e molta pazienza. Conviene fare lo sforzo solo se i polli sono particolarmente stupidi e alla fine pagano. Quindi, e qui sta il colpo di genio, usare uno schema arcinoto e ridicolo ha la funzione di selezionare i polli: solo i più indifesi tra loro si mettono in contatto col principe, e a quel punto il più è fatto; sono soggetti che vogliono farsi convincere, e che quindi non richiedono nessuno sforzo per essere spennati. In altre parole, più la truffa è palese e meglio funziona.

Non è un’idea carina? L’analisi che conduce a questa risposta controintuitiva è nell’articolo di Cormac Herley (Microsoft Research), Why do Nigerian Scammers Say They are from Nigeria? L’idea sembra applicabile ad altri ambiti. Per esempio, se io volessi vendere quote di una società che produce una mia invenzione miracolosa, e che so essere una patacca, cercherei di evitare di perdere tempo con gente scettica che magari mi piomba in capannone con l’idea di verificare. Quindi mi converrebbe farmi pubblicità in modo goffo e contraddittorio, servendomi di messaggeri privi di ogni credibilità, così da selezionare per bene le mie vittime e far sì che solo i più pollastri, quelli col cuore già oltre l’ostacolo, vengano a comprarmi le quote, e senza scocciarmi con domande impertinenti.

Proseguendo nel ragionamento, ne consegue che per chi volesse contrastare questa truffa l’azione migliore è controintuitiva. Infatti, screditare il truffatore e i suoi ammiratori migliorerebbe il processo di selezione del pollo e quindi l’efficacia della truffa. Converrebbe, al contrario, assecondare tutti, truffatore e ammiratori, magari addirittura riempirli di complimenti, così che anche molti polli furbi bussino al capannone e facciano perdere tempo all’inventore con le loro domande e richieste.

Ma la truffa nigeriana fa leva sull’avidità/necessità di denaro, quella fantascientifica sulla disinformazione e sulla speranza di uno star meglio – per sé, per altri, per la collettività. La prima è rimediabile, la seconda va protetta dai rapaci, e provarci fa parte nostro mestiere. Credo che A. Guglielmi sia d’accordo perché ogni tanto ce lo ruba.

Manifesto: Nigeria Central Bank

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