CRONACA

Paleoantropologia sentimentale

CRONACA (ROSA) – Tra Homo sapiens e Neanderthal c’è stato del tenero? L’ultima risposta è sì, fino a 45-67.000 anni fa. Ma con troppi condizionali per mettere fine alla controversia tra i fautori del “c’eravamo tanto amati” e quelli dei rapporti platonici.

Oggi le popolazioni non africane condividono con i Neanderthal più polimorfismi – variazioni su singoli geni – di quante ne condividono quelle dell’Africa sub-sahariana. Svante Pääbo del Max Planck, David Reich di Harvard e tre colleghi meno famosi, pubblicano ora su PLoS Genetics una cascata di modelli nei quali le somiglianze tra i rispettivi genomi risultano da unioni feconde.

Riassunto delle puntate precedenti 

Tra 230 e 30 mila anni fa i Neandertal abitavano in Europa e in Medioriente dove l’H. sapiens  – nato in Africa sub-sahariana 200 mila anni fa – sarebbe arrivato tardi, comunque in tempo per far amicizia. Tuttavia la trasmissione genetica meglio studiata è quella del DNA contenuto nei mitocondri ereditati dalla madre e nei nostri non c’è traccia di Neanderthal.

Noi europei e asiatici saremmo quindi figli di Feomina sapiens. Quanto ai polimorfismi – tra l’1 e 4% del  DNA nucleare – in comune con i Neanderthal, sono stati trasmessi ad antenate sapiens ai tempi in cui entrambi stavano in Africa? Una volta raggiunto il Medioriente? Dopo? Oppure mai perché: ipotesi 1) dall’Africa sub-sahariana sono uscite popolazioni Homo più imparentate con i Neanderthal dei sapiens incontrati all’estero; ipotesi 2) sostenuta dai senza cuore, è normale che parecchie variazioni spontanee accumulate nei millenni si somiglino.

Due mesi fa sui PNAS, Anders Eriksson e Andrea Manica raccomandavano una maggiore cautela nell’associare una compresenza da qualche parte a un lieto fine. Con statistiche bayesiane – che ci piacciono di più – calcolavano che l’ipotesi 1) era la più plausibile.

Nuova puntata

Disgraziatamente, Svante Pääbo, David Reich et al. ammettono di non poterla escludere:

Di per sé le analisi genetiche non indicano dove sia avvenuto, geograficamente, il flusso genico.

Detto questo:

Un’ipotesi seducente è il Medioriente dove archeologia e fossili indicano una comparsa degli umani moderni prima di 100 mila anni fa, che i Neanderthal si sono espansi circa 70 mila anni fa e gli umani moderni sono ricomparsi circa 50 mila anni fa.

Non resistono alla seduzione della geografia:

Le nostre stime genetiche per le date, con un periodo più probabile tra 47.000 e 65.000 anni fa, sono troppo recenti per coincidere con i primi reperti fossili di umani moderni fuori dall’Africa e indicano un flusso genico in un periodo più recente, forse quando umani moderni dotati delle tecnologie del Paleolitico superiore si sono espansi fuori dall’Africa.

E i Neanderthal non hanno resistito alla seduzione dell’high tech.

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Per chi vuol saperne di più, il 15 e 16 dicembre a Ferrara ci sarà un simposio della Società italiana di biologia evoluzionistica con un sacco di gente brava e simpatica tra cui Johannes Krause che risponderà alle domande, anche indiscrete, del pubblico. Gratis, conviene prenotarsi (grazie a Giorgio Bertorelle per la segnalazione).

Foto: Venere di Laussel, Wikipedia

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