
Questa specie, descritta sulle pagine dell’ultimo numero di Nature, presenta infatti un cervello anatomicamente molto complesso se paragonato a tutti gli altri organismi del Cambriano finora noti: senza entrare troppo nei dettagli, il cervello risulta tripartito con neuropili ottici molto sviluppati, mostrando un elevato livello di encefalizzazione in una specie dalle caratteristiche anatomiche molto ‘primitive’. Una simile struttura, che oggi si ritrova oggi negli insetti e nei malacostraci, il gruppo di crostacei che comprende granchi e gamberi, non si riteneva essersi originata in una fase così precoce dell’evoluzione della vita pluricellulare.
La scoperta inoltre suggerisce che gli insetti si originarono da un antenato comune con i malacostraci, piuttosto che con i branchiopodi, piccoli crostacei (come la Daphnia) dotati di un cervello relativamente poco complesso, che per questa loro caratteristica erano ritenuti tra i crostacei più antichi. E’ probabile invece, concludono i ricercatori, che nel corso dell’evoluzione di questo gruppo di crostacei il cervello abbia subito una riduzione a partire da quello molto complesso che comparve già oltre mezzo miliardo di anni fa. Al contrario, nelle altre linee evolutive il cervello non ha subito sostanziali modificazioni strutturali nel corso dei milioni di anni.
Crediti immagine: Nicholas Strausfeld