LA VOCE DEL MASTER – Le sigarette elettroniche rappresentano veramente l’alternativa non nociva al fumo tradizionale? Leggendo le conclusioni tratte da un recente articolo pubblicato sull’Indoor Air journal, parrebbe proprio di no.
Le e-cigarettes emettono nanoparticelle volatili che possono causare danni da fumo attivo e passivo, irritando le vie aeree. Questo è il risultato dello studio condotto al Dipartimento di Chimica e Analisi dei Materiali del Fraunhofer Wilhelm-Klauditz-Institut (WKI) di Braunschweig in Germania, nel quale sono state confrontate le sostanze immesse nell’aria da sigarette convenzionali ed elettroniche, consumate da un gruppo di volontari all’interno di una camera sperimentale grande otto metri cubi.
Nel nostro paese i fumatori sono circa il 20% della popolazione, con un consumo medio di 13 sigarette al giorno. Secondo il Rapporto annuale sul fumo in Italia 2012, pubblicato lo scorso Maggio dall’OssFAD (Osservatorio Fumo Alcol e Droga), i fumatori italiani sono più di 8 milioni, ma solo il 7.3% di questi ha provato la sigaretta elettronica, spesso come vano tentativo per smettere di fumare.
Ma come sono fatte queste speciali sigarette? Sono composte da una batteria ricaricabile, da un filtro e dal cosiddetto atomizzatore, un dispositivo che vaporizza la soluzione liquida contenuta in una cartuccia. Il liquido viene riscaldato con una resistenza a temperature tra i 65 e i 120°C, e questo permette l’emissione di una sospensione gassosa che simula il fumo di una sigaretta tradizionale. Per questo motivo, la sigaretta elettronica è spesso pubblicizzata come un’alternativa meno nociva rispetto al tabacco, in quanto l’assenza di combustione riduce gli effetti cancerogeni.
Negli ultimi cinque anni il dibattito sull’effettiva pericolosità delle sigarette elettroniche è stato quantomai acceso: sono stati pubblicati decine di studi, spesso contraddittori, e tutt’ora manca una valutazione tossicologia definitiva.
Tuttavia, l’analisi dei composti orgnanici volatili (VOCs) e delle particelle ultrafini (UFP) rilasciate nella camera ha stabilito che nel processo di vaporizzazione vengono emesse sostanze come il glicole propilenico, il glicerolo, la diacetina, oltre che aromi e tracce di nicotina. Anche se non è stata rivelata la temuta formaldeide, i danni che queste particelle possono causare ai polmoni sono simili a quelli causati dal tabacco. Tobias Schripp, primo autore dell’articolo, ha chiarito che le e-cigarettes emettono meno sostanze nocive di quelle tradizionali, ma comunque “non possono essere considerate esenti da emissioni”. Di conseguenza, il consumo senza divieti di sigarette elettroniche negli ambienti chiusi, come uffici, treni e autobus, potrebbe essere presto rivalutato.
Creditit immagine: planetc1