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Nuove ipotesi sulle origini dell’HIV

Crediti immagine: martinteschnerCRONACA – Si narra che abbia avuto origine negli scimpanzè dell’Africa occidentale, infettati dal virus di immunodeficienza scimmiesca (SIV). Da lì, secondo l’opinione comune avrebbe fatto un balzo sull’essere umano in un momento imprecisato fra il 1884 e il 1924. Il resto è storia. Alfred Roca, genetista dell’Università dell’Illinois, sospetta però che il retrovirus possa essere balzato dalle scimmie all’uomo molto prima di quanto si crede e molto più spesso.

In uno studio appena pubblicato su BMC Evolutionary Biology Roca e colleghi hanno confrontato il patrimonio genetico della popolazione dei Blaka con quello di altre quattro popolazioni africane. I Blaka vivono nella stessa area e a stretto contatto con le popolazioni di scimpanzè che si crede abbiano dato origine all’infezione umana. Le altre quattro popolazioni umane  invece sono state scelte molto lontano da quest’area.

Il ragionamento di Roca è questo: se il virus è saltato più volte dalle sciemmie all’uomo, potrebbe aver favorito la selezione di varianti genetiche “protettive”nelle popolazioni infettate. Roca ha dunque cercato segni genetici di selezione nelle posizioni delle 26 mutazioni che sono state identificate in letteratura come forme di resistenza al virus dell’HIV, in tutte e cinque le popolazioni. Fra queste 26 queste gli scienziati ne hanno trovate otto con segni di selezione, sette dele quali provenivano dai campioni Blaka.

Questo secondo Roca potrebbe indicare che il passaggio del virus può essere avvenuto ripetutamnte e molto prima delle date ipotizzate, solo che in periodi in cui non esistevano vaccini e altri trattamenti per infezioni comuni come poliomelite, morbillo, ecc. le persone immunodepresse dall’AIDS sarebbero morte molto velocemente impedendo il diffondersi della malattia.

È lo stesso Roca a sottolineare che i dati devono esser epresi con cautela, non è possibile infatti evitare i “falsi positivi”: la presenza di segni genetici di selezione infatti non è garanzia che questa selezione ci sia stata, ma è solo un “forte indizio”. Roca è comunque ottimista, e ritiene che quanto osservato in questa fase possa aprire un nuovo filone di studi su questo fronte.

Crediti immagine: martinteschner

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Federica Sgorbissa
Federica Sgorbissa è laureata in Psicologia con un dottorato in percezione visiva ottenuto all'Università di Trieste. Dopo l'università, ha ottenuto il Master in comunicazione della scienza della SISSA di Trieste. Da qui varie esperienze lavorative, fra le quali addetta all'ufficio comunicazione del science centre Immaginario Scientifico di Trieste e oggi nell'area comunicazione di SISSA Medialab. Come giornalista free lance collabora con alcune testate come Le Scienze e Mente & Cervello.