NOTIZIE – Il 24 dicembre, il Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca ha commissariato l’Istituto Nazionale di Ricerca in Metrologia, un regalo che i ricercatori chiedevano da Pasqua. Non ce ne sono altri.
Dopo otto mesi di proteste contro il prof. Alberto Carpinteri e le ricerche sull’energia piezonucleare che voleva imporre in un Istituto con tutt’altra missione, il ministro Profumo ha nominato commissario il prof. Rodolfo Zich. La parte insana (il 97%) dei dipendenti dell’INRiM, i 1100 firmatari dell’appello al ministro, i diffidati e i querelati dall’ex presidente hanno tirato un sospiro di sollievo.
Continuano intanto le proteste contro i tagli al finanziamento dell’università, imposti con la legge di “stabilità” in aggiunta a quelli del personale imposti dalla legge “spending review”. Circa metà degli atenei rischia l’insolvenza, riferiva Il Sole-24 Ore, perché i 400 milioni di euro previsti dalla legge del 2011 per ripianare il deficit dovuto alle “riforme” precedenti sono stati ridotti a 100. Per la redazione di Roars, il 2013 sarà “l’anno del dissesto” e la Conferenza dei rettori prevede che
A séguito dei nuovi tagli, le Università italiane garantiranno le spese del solo personale in servizio e si vedranno costrette alla riduzione di non meno del 20-25% dei servizi essenziali per il funzionamento (luce, gas, riscaldamento, laboratori, biblioteche)…
Per Giuseppe De Nicolao, un ingegnere informatico dell’Università di Pavia, si tratta di un successo
della propaganda martellante che per anni ha denunciato i costi inusitati, l’irrilevanza scientifica e l’inutilità sociale dell’università italiana. Liberato da questa spesa parassitaria, il paese potrà finalmente risorgere investendo sul lavoro manuale, il turismo per i visitatori cinesi e indiani, senza scordare la fabbricazione delle “scarpe più belle del mondo”.
I dati analizzati dal prof. De Nicolao descrivono una realtà che Nature illustra con un grafico e la rivista del Centre National de la Recherche Scientifique riassume così (in inglese, Madame, non c’è più religione…):
Le statistiche sulla ricerca scientifica in Italia rivelano una contraddizione palese. Mentre le risorse in R&D restano significativamente inferiori a quelle delle altre grandi economie, in termini di pubblicazioni scientifiche, la produzione non solo è una delle più prolifiche del mondo, ma anche altamente rispettata in diversi campi.
L’Agenda Monti – alla quale ha collaborato il prof. Ichino, l’economista noto insieme ai proff. Alesina e Giavazzi per la propaganda di cui sopra – non tiene conto dei dati e punta sulla generosità dei privati che, nei paesi sviluppati, risultano i meno disposti a investire in ricerca e sviluppo.
Per il 2013, l’augurio è che le sorti della ricerca pubblica non siano decise solo da economisti e politici del libero mercato.