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Pellicce tossiche per bambini

Schermata 02-2456345 alle 13.21.50CRONACA – In questo momento sono ancora in vendita capi di abbigliamento per bambini dai 18 mesi ai 12 anni che contengono sostanze tossiche e possibili cancerogeni. Si tratta di prodotti di cinque grandi marche che sono sul mercato italiano e i cui inserti in pelliccia sono stati trattati con agenti chimici dannosi per la salute. Lo ha rivelato un’indagine commissionata dalla LAV al Buzzi di Prato, uno dei laboratori di analisi più noto per la sua specializzazione in test eco-tossicologici nel settore tessile.
Il coinvolgimento della LAV nasce dall’utilizzo delle pellicce ma si è ora concretizzato in una richiesta: la Lega Italiana Antivivisezione chiede infatti al Ministero della Salute di far ritirare immediatamente dal mercato alcuni prodotti.

Delle cinque aziende segnalate – Il Gufo, Miss Blumarine, Fix Design, Gucci, Brums – solo Il Gufo ha provveduto immediatamente, dopo sole 24 ore dal lancio della campagna “Toxic Fur”, a ritirare il capo dal mercato.
Ma anche i rapporti di laboratorio sugli altri cinque capi sono decisamente preoccupanti: l’inserto di pelliccia di volpe del cappuccio di un piumino Brums è risultato contaminato da un quantitativo di nonifenolo etossilato quasi tre volte superiore allo standard previsto dal regolamento europeo sulle sostanze chimiche, il REACH. Il nonifenolo, utilizzato per sgrassare le pellicce, è un cosiddetto “distruttore endocrino” e può interferire con la produzione ormonale.

In tutti i capi c’erano livelli preoccupanti di formaldeide, una sostanza impiegata come battericida nei processi di produzione di pelli e pellicce ma anche una sostanza potenzialmente cancerogena. È considerata un allergene da contatto che può causare dall’irritazione aglio occhi, alla diarrea, alla perdita di capelli e di memoria. E, ovviamente, il cancro.

Anche il pentaclorofenolo  (PCP) superava ampiamente il limite massimo di sicurezza, definito dallo standard industriale Oeko-Tex in 0,05 mg/kg. Nella giacca de Il Gufo era ben 0,63, 0,51 in quella Blumarine, 0,60 nella borsa Fix. Intorno allo 0,30 sia nella giacca Fix che in quelle Gucci e Brums.
Il PCP è un insetticida e il suo uso è vietato in Europa fin dall’89 perché considerato come uno dei pesticidi più pericolosi al mondo.
Infine, in tutti i campioni, i residui di alluminio (il solfato di alluminio facilita l’adesione dei coloranti alle fibre) e di cromo (i sali di cromo trivalente servono nella tintura) superavano il limite consentito.

“Le aziende moda devono assumersi la responsabilità di non immettere sul mercato prodotti contaminati potenzialmente pericolosi ed eticamente riprovevoli come le pellicce animali – ha affermato Simone Pavesi, responsabile LAV Campagna Pellicce – I consumatori, invece, possono limitare l’esposizione a sostanze chimiche pericolose astenendosi dall’indossare e dall’acquistare prodotti contenenti anche piccole parti di pelliccia animale”.
Ovviamente la LAV porta “l’acqua al suo mulino”, ma sta di fatto che per tutti, animalisti e non, i capi devono essere sani per chi li indossa e per l’ambiente. Vero è che la lavorazione di pelli e pellicce prevede un uso massiccio di sostanze dannose, tossiche, cancerogene, che vengono immesse nell’ambiente e che comportano immissioni di inquinanti atmosferici, dispersione nelle acque, dispendio energetico rilevante e rischio di residui tossici per l’uomo.

Crediti immagine: LAV

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Sara Stulle
Libera professionista dal 2000, sono scrittrice, copywriter, esperta di scrittura per i social media, content manager e giornalista. Seriamente. Progettista grafica, meno seriamente, e progettista di allestimenti per esposizioni, solo se un po' sopra le righe. Scrivo sempre. Scrivo di tutto. Amo la scrittura di mente aperta. Pratico il refuso come stile di vita (ma solo nel tempo libero). Oggi, insieme a mio marito, gestisco Sblab, il nostro strambo studio di comunicazione, progettazione architettonica e visual design. Vivo felicemente con Beppe, otto gatti, due cani, quattro tartarughe, due conigli e la gallina Moira.