CRONACA – Da oltre vent’anni, la Food and Drug Administration deve autorizzare il salmone AquAdvantage, dell’Aquabounty, che diventa grande come un adulto a soli 2 anni, da allevare in vasca sulla terra ferma, non in mare. La tesi di una studentessa lo sconsiglia.
Gli AquaAdvantage sarebbero solo femmine e pure sterili, ma non al 100%, è impossibile escludere che qualche uovo scappi in natura, quando viene rinnovata l’acqua delle vasche. La cosa preoccupa “l’economia” canadese del salmone selvatico, già mal ridotto dall’inquinamento e dal riscaldamento globale. Non sorprende che sia Krista Oke e il gruppo di Ian Fleming, alla Memorial University of Newfoundland, in Canada, a pubblicare in open access, sui Proceedings of the Royal Society B, i risultati di esperimenti lunghi e complicati, finanziati da enti pubblici e dall’Atlantic Salmon Federation.
Una sorpresa però c’è:
Con incroci sperimentali, dimostriamo la trasmissione di un transgene per l’ormone di crescita attraverso l’ibridazione di un candidato alla produzione commerciale in acquacoltura, il salmone atlantico geneticamente modificato (Salmo salar), e la trota (Salmo trutta) strettamente imparentata. Gli ibridi transgenici erano vitali e crescevano più rapidamente del salmone transgenico e degli altri incroci non-transgenici in condizioni di écloserie. Nei mesocosmi di torrente, progettati per simulare da vicino le condizioni naturali, gli ibridi transgenici hanno mostrato una dominanza competitiva e di sopprimere la crescita del salmone transgenico e di quello selvatico, rispettivamente dell’82 e del 54%.
Grassetto redazionale.
Se gli ibridi diventassero invasivi, agli orsi farebbe comodo: cibo garantito tutto l’anno e senza rischiare una brutta caduta.
Crediti immagine: Paraluman, Wikimedia Commons