LA VOCE DEL MASTER

Rallentamenti imprevisti nell’Universo

Crediti immagine: ESA/XMM-Newton/M. Sasaki et al.LA VOCE DEL MASTER – Anche i magnetar, nel loro piccolo rallentano. Grazie al telescopio Swift della NASA, un gruppo di astrofisici dell’Università di Mc Gill, in Canada ha scoperto che la velocità con cui ruotano i magnetar – particolari tipi di stelle – può subire talvolta delle diminuzioni improvvise, un comportamento assolutamente non previsto dal modello fisico comunemente accettato.

Quando una stella di grande massa finisce la sua vita, avviene un’esplosione, detta supernova, che rilascia un residuo compatto, chiamato stella di neutroni, il cui nome deriva dal fatto che contiene 20 volte più neutroni che protoni, e che ha la sua caratteristica di ruotare molto rapidamente.  Un magnetar (magnetic star) è appunto un tipo particolare di stella di neutroni che possiede un enorme campo magnetico, milioni di miliardi di volte quello terrestre, e che genera delle intense ed abbondanti emissioni di raggi X e raggi gamma.

Il magnetar analizzato nello studio, pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista Nature,  è in particolare 1E 2259+586, situato circa 10.000 anni luce di distanza dalla Terra, nella costellazione di Cassiopea.

Nei decenni passati gli astronomi avevano già notato dei glitch – cioè brusche variazioni del periodo di rotazione di una stella– nelle Pulsar, un altro tipo di stelle di neutroni  che ruota molto velocemente ed emette impulsi di radiazione elettromagnetica ad intervalli regolari. Nel caso delle pulsar però, il glitch rappresentava sempre uno scatto di accelerazione della velocità di rotazione, mentre ora si è osservato che nei magnetar può avvenire anche un improvviso rallentamento, quello che gli scienziati hanno denominato anti-glitch.

L’anti-glitch rappresenta dunque un’eccezione non prevista dal modello fisico utilizzato dagli scienziati, e di conseguenza la sfida è ora quella di riuscire a spiegare fisicamente queste anomalie osservate rispetto alla teoria fisica finora utilizzata. Inoltre, l’identificazione di queste anomalie potrebbe rivelarsi significativa in futuro per approfondire la nostra conoscenza sulla struttura delle stelle di neutroni, che è fra gli obiettivi della missione spaziale LOFT (Large Observatory for X-ray Timing) dell’ESA, prevista per il 2022 con lo scopo di studiare numerosi oggetti celesti, tra cui appunto le stelle di neutroni.

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.