CRONACA – La Nasa ha reso noto che il 20 giugno scorso il Sole ha liberato in direzione della Terra una violenta espulsione di massa coronale (CME). Si tratta di un fenomeno comune, specie quando si avvicina la fine di un ciclo solare, come accadrà tra pochi mesi. Nel corso degli ultimi undici anni la nostra stella è passata da un’attività minima a una massima, ovvero ha cambiato il numero di macchie solari che costellano la sua superficie.
Conseguenza di questo fatto è un’intensa espulsione di elettroni e protoni nello spazio aperto, che già da inizio maggio vengono registrati intorno all’atmosfera terrestre. Questo provoca la nascita di tempeste geomagnetiche, eventi meteorologici che si manifestano sottoforma di aurore polari ai capi opposti nel pianeta. Le particelle non riescono però a raggiungere il suolo e per questo non sono pericolose per gli esseri viventi. A rischio sono soprattutto i dispositivi elettronici dei satelliti e dunque il sistema di telecomunicazioni oggi in uso.
Fino ad ora non sono stati segnalati disagi a causa dell’ultimo evento, ma dalle osservazioni del Solar Terrestrial Relations Observatory della NASA e del Solar and Heliospheric Observatory della NASA e dell’ESA è emerso che la velocità di espulsione delle particelle è stata molto superiore alla norma. Per evitare che nei prossimi mesi nuove espulsioni danneggino le apparecchiature, le agenzie spaziali stanno pensando di far passare i propri satelliti in modalità di protezione.
Crediti immagine: NASA