SALUTE – Martha è una bambina di 8 anni che vive in un piccolo villaggio appena fuori Merida, in Messico. All’età di 6 anni cade nel pozzo del cortile della casa di famiglia, nel tentativo di recuperare un giocattolo che le era scivolato. Soccorsa immediatamente dal fratello e dal padre, viene portata all’ospedale più vicino. I medici riescono a rianimarla, ma rimane in condizioni critiche per diverse settimane. Ora, è affetta da un ritardo mentale e necessita di assistenza quotidiana. È questa la storia con cui si apre il rapporto dell’Oms “World report on child injury prevention“.
Ogni anno, nel mondo, muoiono per un incidente prevenibile 830.000 bambini e ragazzi sotto i 18 anni. Più di 2.000 bambini al giorno. E la metà di loro è vittima di un incidente stradale o di un annegamento o di un’ustione. A questi si aggiungono decine di milioni di bambini e ragazzi che, come Martha, si salvano ma riportano danni permanenti.
Tra tutti i bambini sono più a rischio quelli che vivono nei Paesi più poveri o che, pur vivendo in Paesi più abbienti, provengono da famiglie povere. Oltre il 95% dei decessi dovuti a incidenti prevenibili si verifica, infatti, nei Paesi a basso e medio reddito.
In Europa, per esempio, dove le vittime under 18 di incidenti prevenibili sono circa 42.000 all’anno, la mortalità nei Paesi a basso e medio reddito è tripla rispetto a quella nei Paesi ad alto reddito.