AMBIENTE – Negli ultimi 20 anni più di 530.000 persone sono morte a causa di 15.000 eventi meteorologici estremi. Non solo, i danni causati da tifoni, uragani, cicloni, ondate di calore e siccità hanno superato i 2.500 miliardi di dollari. A stilare il bilancio è l’indice di rischio globale sul clima (Global Climate Risk Index 2014) presentato da Germanwatch al summit sul clima delle Nazioni Unite in corso a Varsavia.
Tra i Paesi maggiormente colpiti figurano quelli in via di sviluppo, situati in Centro America e in Asia. In particolare, sono più vulnerabili i Paesi a basso reddito, sopratutto in termini di vittime.
In testa alla classifica troviamo l’Honduras, seguito dal Myanmar e da Haiti, dove poco più di 150 eventi hanno ucciso, negli ultimi 20 anni, circa 155.000 persone.
Solo nel 2012, gli uragani Sandy e Isacco hanno lasciato senza tetto 200.000 haitiani, devastando i terreni coltivati. Il tifone Bopha, nelle Filippine, ha ucciso 1.900 persone. E le inondazioni seguite ai monsoni, in Pakistan, hanno causato la morte di 650 persone.
Tutta colpa dei cambiamenti climatici? Il rapporto di Germanwatch sostiene che, sebbene non sia possibile stabilire una rapporto di causa-effetto per ogni singolo evento, ormai non si può più negare il ruolo dei cambiamenti climatici nel determinare l’intensità degli eventi meteorologici estremi.