FUTURO – La sicurezza informatica non è certo una delle prime cose a cui si pensa quando si sente parlare di viaggi nel tempo, eppure i nostri dati potranno essere minacciati proprio da questi tuffi nel passato. Come proteggersi allora? Per adesso niente panico – anche perché di macchine del tempo non se ne sono ancora viste – ma la questione potrebbe diventare seria quando il mondo sarà popolato da computer quantistici, basati su leggi fisiche molto diverse da quelle dei circuiti elettronici odierni.
E c’è proprio la fisica quantistica alla base della teoria descritta in un articolo recentemente pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, in cui Mark Wilde dell’Università della Louisiana – insieme a Todd Brun dell’Università della California e ad Andreas Winter dell’Università di Barcellona – ha mostrato alcune nuove proprietà delle cosiddette curve spaziotemporali chiuse di tipo tempo, ossia le traiettorie percorse dalle particelle nello spazio a quattro dimensioni.
Studiare i viaggi nel tempo non è un compito facile, soprattutto quando si deve tenere conto (oltre che della fisica classica e della relatività generale di Einstein) anche delle regole della meccanica quantistica. La teoria adottata dal 1991 a oggi è quella di David Deutsch, a cui va il merito di aver risolto anche il paradosso del nonno: se un uomo tornasse indietro nel tempo e uccidesse suo nonno prima che questi abbia figli, il nipote sarebbe mai potuto nascere? La soluzione proposta è quella degli universi paralleli, che si sdoppiano ogni volta che il passato interferisce con il futuro ed evolvono poi in maniera indipendente. In uno degli universi il nipote non ha ucciso il nonno ed è vivo, nell’altro ha compiuto l’omicidio e non può esistere.
Ma oltre alle questioni di discendenza, i viaggi nel tempo devono rispettare anche il cosiddetto teorema di no-cloning, secondo la cui formulazione originale è impossibile prelevare per intero un’informazione dal passato, e nemmeno farne una copia esatta. E non si tratta solo di elucubrazioni, perché su questo si basa l’impenetrabilità dei computer quantistici, ritenuti fino a oggi al sicuro da clonazioni perché basati sul principio fisico di indeterminazione di Heisenberg.
Wilde ha però mostrato la possibilità di ottenere informazioni dal passato senza violare alcun principio fisico, ma sfruttando degli anelli temporali che, secondo la sua teoria, potrebbero condurre a punti ben precisi del passato. E da questi anelli si potrebbero estrarre le informazioni, aggirando l’ostacolo del principio di indeterminazione.
Lo scenario descritto sembra solo il racconto di fantascienza di un episodio del Dottor Who? Forse no: quando abbandoneremo gli attuali sistemi crittografici basati sulla moltiplicazione tra numeri primi e arriveranno i computer quantistici, solo i viaggi nel tempo potranno minacciare la sicurezza delle nostre password di Facebook e Google. Ora sappiamo che, almeno in teoria, questi viaggi sono possibili.
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