“Immaginate una sera di aprile del 1762. Una bella casa nel dolce paesaggio collinare del Kent a pochi chilometri da Londra; il sole appena tramontato su distese di scilla azzurra e faggi coperti di nuove foglioline. Nella casa ci sono un gruppo di uomini e un’unica donna: Christopher Billopp, i suoi ospiti londinesi, e sua sorella Sarah Anne. Colti e di buone maniere, sono avvezzi a conversazioni di un certo livello. Al momento stanno discutendo dell’asserzione di Linnaeus che le rondini si ritirano sott’acqua per svernare: l’antica credenza tratta da Aristotele che il famoso naturalista ancora sostiene.”
LIBRI – Comincia così il racconto di Sarah Anne, donna curiosa e colta, che vorrebbe viaggiare e conoscere il mondo mentre per tutti gli altri “dovrebbe di ammantare di modestia il suo sapere”.
Sarah Anne è uno dei protagonisti di “Specie Rare” (edizioni Dedalo), un libro formato da 8 racconti, molti personaggi e molte storie. L’autrice è Andrea Barrett, biologa e scrittrice americana, vincitrice del premio Pulitzer nel 2003 e, con questa raccolta, vincitrice del National Book Award.
“Specie rare” fa parte di ScienzaLetteratura, una collana che unisce la narrativa e la scienza per raccontare storie di vita in cui la scienza è protagonista o, come in questo caso, è un sottofondo costante alle vittorie e alle sconfitte dell’umanità.
E così troviamo Alec Carrière, che a 21 anni salpa per l’Amazzonia alla scoperta di nuove specie e che trascorrerà la sua vita da esploratore e naturalista collezionando nuovi esemplari da vendere in America, senza mai riuscire a fermarsi a pensare ai motivi per i quali esistono così tante specie in natura.
Conosciamo anche Zaga, che non riesce ad adattarsi al lusso e alla ricchezza che ottiene quando sposa Joel, proprio come gli indigeni della Terra del Fuoco non riuscivano ad abituarsi alla vita in Inghilterra quando vi vennero portati dal capitano del Beagle FitzRoy.
O ancora leggiamo dell’anziano scienziato Linnaeus che ricorda gli assistenti partiti in giro per il mondo alla ricerca di nuove specie e che, uno dopo l’altro, si sono ammalati e sono morti.
Scopriremo anche la storia delle rondini e di come, per lungo tempo, si è pensato che trascorressero i mesi invernali in letargo sotto la superficie dell’acqua.
“L’aria fresca e umida scorre su di lei come acqua. Si abbraccia il busto e immagina di stare supina sul fondo del lago, le ali avvolte attorno al corpo come una sorta di crisalide. Fa freddo, è buio, respira appena. Come fa a respirare? È circondata da migliaia di corpi. Le giornate si allungano, giunge un segnale di qualche sorta ed ecco che insieme al resto dello stormo schizza in superficie, solleva il capo e respira. Le ali si dispiegano e si libra nell’aria, miracolosamente asciutta e viva. È possibile?”