RICERCA – È il nostro primo strumento per scoprire il mondo, il primo senso che affiniamo per conoscere ed esplorare, eppure i meccanismi fisiologici e molecolari che sono all’origine del tatto non sono ancora del tutto chiari. Come possiamo percepire una carezza, un tocco leggero o la morbidezza di un tessuto? Uno studio pubblicato recentemente su Nature risponde a queste domande, chiarendo i meccanismi che ci permettono di percepire le sensazioni tattili più delicate.
Lo stimolo tattile riesce a raggiungere il nostro cervello grazie alla collaborazione tra una classe specializzata di cellule localizzate sulla nostra cute, le cellule di Merkel, e i nervi sensoriali. Lo studio mostra, per la prima volta, come questi diversi tipi cellulari collaborano e comunicano tra loro ricorrendo a una sofisticata tecnica di rivelazione dei circuiti neuronali, l’optogenetica. In sostanza, è stato possibile vedere, nel vero senso della parola, combinando tecniche di rivelazione ottiche e genetiche, come le cellule di Merkel trasformano uno stimolo tattile in un segnale elettrico che viene successivamente propagato alle terminazioni nervose. Qui il video che mostra le cellule di Merkel attivarsi – e illuminarsi- in risposta a uno stimolo tattile.
Ma non è tutto. Gli scienziati, infatti, hanno individuato una molecola, presente all’interno delle cellule di Merkel e prodotta dal gene Piezo2, indispensabile per percepire le sensazioni più fini. Topi nei quali questo gene era stato “spento”, infatti, potevano sentire stimoli tattili e dolore, ma non sensazioni più delicate come lo sfioramento. Sembra quindi che le cellule di Merkel possano catturare stimoli diversi ricorrendo a recettori diversi. Questo ricorda un po’ quello che succede nella retina, dove esistono fotorecettori specializzati per la visione notturna o per i colori.
Capire a fondo l’origine del tatto può avere importanti applicazioni future. Diverse condizioni, come alcuni trattamenti chemoterapici o patologie come il diabete riducono la sensibilità. Anche l’età indebolisce la nostra capacità tattile: le cellule di Merkel, infatti, cominciano a diminuire tra i 20 e i 30 anni. Ultima, ma non meno affascinante, la possibilità di creare protesi “smart” che restituiscano le sensazioni piu delicate, come quella di una carezza.
Crediti immagine: Blanka, Pikabay