SCOPERTE – Un nuovo genere per tre nuove specie di insetti, con i richiami a ultrasuoni più acuti dell’intero mondo animale: fino a 150 kHz, valso loro il nome di Supersonus. È la scoperta di un team di scienziati delle università di Lincoln, Strathclyde e Toronto, nelle foreste pluviali sudamericane.
Questi insetti hanno perduto la capacità di volare per via della ridotta dimensione delle ali, e secondo gli scienziati è proprio questo il motivo per cui avrebbero evoluto un richiamo così peculiare: proprio come fanno i pipistrelli, simili estreme frequenze ultrasoniche gli permettono di evitare i predatori. Le tettigoniidi sono insetti noti da tempo per il modo in cui comunicano tra loro, con il maschio che produce i suoi richiami -tra i 5 e i 30 kHz- sfregando le ali (stridulazione) per attrarre le femmine anche a grande distanza, per accoppiarsi. Finora non sapevamo, tuttavia, che raggiungessero picchi simili.
Fernando Montealegre-Z, tra gli autori, commenta, “per richiamare le femmine lontane, i maschi producono i richiami per stridulazione, con un’ala che sfrega sulla fila di ‘denti’ che si trova sull’altra. La prima si trova vicino a una sorta di cassa vibrante, che funge da altoparlante. Nel genere Supersonus queste strutture sono ridotte per dimensioni, ma riescono comunque a essere molto rumorose”. Anche se questa capacità, molto probabilmente, si è evoluta per evitare i predatori, tramite l’ecolocalizzazione i pipistrelli sono comunque in grado di origliare i richiami delle tettigoniidi (e quelli di altre specie, specialmente rane).
Questi rumorosi insetti, tuttavia, riescono a scampare la predazione riducendo il tempo che trascorrono cantando. Hanno inoltre sviluppato un udito tale da permettere loro di identificare i richiami a ultrasuoni dei pipistrelli, che se in alcuni casi percepiscono anche i 150 kHz, più di frequente non rilevano i richiami a frequenze estreme, permettendo alle tettigoniidi di sfuggirgli. Secondo James Windmill del Centre of Ultrasonic Engineering, approfondire le nostre conoscenze in questi ambiti potrebbe essere utile anche per possibili applicazioni ingegneristiche bio-ispirate.
Crediti immagine: University of Lincoln