CRONACA

Mondiali: colpa del pallone?

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CRONACA – «Penso che sia importante incoraggiare le persone a cercare di comprendere che anche nelle cose più banali, vi è una fisica sottile e interessante.» A parlare è John Bush, professore di matematica applicata presso il MIT e autore di un recente studio sull’aerodinamica dei palloni da calcio.
Succede a ogni Coppa del Mondo: alcuni dei giocatori più abili del mondo si preparano per calciare con precisione le punizioni, si concentrano, prendono la mira, calibrano il tiro e… il pallone finisce ampiamente sopra l’obiettivo. Perché questo accade? Secondo il professor Bush, che oltre a essere un noto matematico è anche un calciatore appassionato, il segreto di questi esiti all’apparenza incomprensibili sta nella struttura del pallone, in particolare nella sua superficie. Mentre infatti per altri sport come il baseball e cricket vigono regole rigorose circa la cucitura sul pallone, per quanto riguarda il calcio non è così. In particolare sembra essere più difficile controllare una palla liscia, come ad esempio il tanto discusso “Jabulani” usato nei Mondiali del 2010.

“Determinare i dettagli del flusso d’aria intorno alla palla in volo è assai complesso – spiega Bush – e in particolare, dipendono da quanto è ruvida la palla: se la palla è perfettamente liscia, si piega nel modo sbagliato.” Per “modo sbagliato” Bush intende l’effetto secondo cui due palloni in tutto e per tutto simili, se colpiti esattamente nello stesso modo e dallo stesso giocatore, in realtà possono curvare in direzioni opposte, a seconda della loro superficie. Sembra sorprendente? Secondo Bush non lo è. La spiegazione pare essere contenuta nel cosiddetto “effetto Magnus”, che a sua volta si appella a una legge fondamentale della meccanica dei fluidi, secondo cui una palla in movimento traslatorio intorno a un asse risente di una forza perpendicolare alla sua velocità. Questa forza, dovuta all’interazione con il mezzo entro il quale la palla si muove è detta proprio Forza di Magnus ed è la responsabile del noto “effetto” che gli atleti si sforzano di imprimere a palline o palloni.

“Il fatto è che l’effetto Magnus può cambiare segno” spiega Bush. Se la superficie della palla è troppo liscia, la direzione della curva può invertirsi: se la direzione della curvatura che il calciatore vuole imprimere alla palla è per esempio da destra a sinistra, la palla si ritroverà invece a curvare nella direzione opposta, cioè da sinistra a destra.

Per i tifosi che dovessero sentire la necessità di individuare delle responsabilità per lo sfortunato campionato mondiale degli azzurri dunque, c’è anche la possibilità di dare la colpa alla fisica.

Crediti immagine: Gabriel Cabral, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.