SALUTE – Un ginecologo e un urologo entrambi presenti durante la visita, una cartella clinica condivisa, un solo ticket da pagare e un paziente che vale doppio: una coppia, impegnata in una relazione, ma con problemi più o meno complicati nella propria intimità. È questo il progetto, primo in Europa, degli Ambulatori del Benessere della Coppia, veri e propri “pronto soccorso” per uomini e donne che vogliono provare a risolvere, insieme, le difficoltà e le malattie che rientrano nella sfera sessuale e che, dati alla mano, coinvolgono solo in Italia 16 milioni di persone. Il primo a partire, il prossimo 1 luglio, sarà il Policlinico Federico II di Napoli, cui faranno seguito l’Ospedale Niguarda di Milano e i policlinici di Bari e Modena, con la prospettiva di coprire in una manciata di mesi l’intero territorio nazionale.
L’iniziativa, nata dalla volontà congiunta della Società Italiana di Urologia (SIU) e dell’Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI), parte dal presupposto che una vita sessuale insoddisfacente e minata da difficoltà estremamente comuni come l’eiaculazione precoce (nell’uomo) e dolori durante il rapporto, impossibilità a raggiungere l’orgasmo o piccole infezioni (nella donna) non possa più essere curata prendendo a riferimento una sola delle componenti della coppia, bensì entrambe. “Questo perché i problemi di uno dei partner, così come i tentativi di risolverli, provocano inevitabilmente effetti collaterali sull’altro” sintetizza Vincenzo Mirone, Segretario Generale della SIU, “tanto che possiamo parlare di coppie di danni e danni di coppia”. Pensiamo, per esempio, al disturbo dell’eiaculazione precoce nell’uomo: è quasi impossibile che esso non si traduca di fatto nell’impossibilità di arrivare all’orgasmo nella compagna. E allo stesso tempo è molto difficile che l’uomo riesca a risolvere difficoltà come questa da solo, senza la comprensione, le attenzioni e la disponibilità della partner.
Le coppie che, consapevoli e di comune accordo nel voler affrontare i propri problemi, si recheranno in questi centri, avranno la possibilità di trovare assistenza contemporanea da parte di due professionisti, uno esperto del mondo femminile, l’altro di quello maschile, pronti a unire le proprie competenze a formare un team super-specialistico, se necessario con il supporto anche di psicologi e sessuologi. “Si creeranno in questo modo non solo nuove possibilità per risolvere la maggior parte dei disturbi, ma anche nuove competenze” spiega Antonio Chiàntera, Segretario Generale dell’AOGOI, “e questo rende il progetto un’occasione unica anche per la raccolta di dati e informazioni utili alla ricerca”.
Il progetto, che gli ideatori definiscono per ora “un esperimento”, farà leva soprattutto sulla partecipazione dei più giovani, compresa la fascia degli adolescenti, e punta perciò a estendere l’approccio del dialogo e della partecipazione anche attraverso iniziative nelle scuole. “Con questo nuovo approccio intendiamo dare una svolta radicale non solo all’educazione sessuale e sanitaria” spiega Mirone: “Ci occuperemo anche di educazione civica e culturale, perché spesso per i problemi legati alla sfera sessuale le soluzioni già esistono, ma le persone non ne sono a conoscenza o peggio, si rifiutano di ammettere di avere un problema”.
Un dato su tutti: tra gli uomini che soffrono di disfunzione erettile o di eiaculazione precoce (i disturbi sessuali maschili di più diffusi), un buon 90% si rifiuta di affrontare la questione, anche se consapevole che il benessere e la stabilità della coppia sono così così fortemente in bilico. Basti pensare che in Italia, dove i matrimoni bianchi, cioè senza sesso, sono oltre 20mila, l’incidenza di infertilità di coppia è altissima e le coppie a rischio di infedeltà e rottura sono circa 800mila, con un tasso del 20% di separazioni sul totale delle unioni. “Tutto ciò rappresenta un costo sociale notevole”, concludono gli esperti, “che paga il prezzo dell’imbarazzo, della paura dei giudizi e del senso di colpa e che può tradursi in frustrazione e malessere tali da sfociare nell’aggressività e nella violenza”.
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