RICERCA – Neuroni riprogrammati da cellule della pelle, attivi una volta impiantati nel cervello di alcuni topi. Questi i primi risultati dello studio pubblicato su Stem Cell Reports da alcuni ricercatori dell’Università del Lussemburgo.
Da qualche anno è possibile indurre pluripotenza nelle cellule somatiche, trasformandole in cellule staminali pluripotenti indotte (iPSCs). Nonostante le grandi speranze per le possibili applicazioni nel campo della medicina rigenerativa, il potenziale in clinica delle iPSCs è ancora limitato per alcune difficoltà nella loro generazione: per quanto infatti vi siano stati notevoli progressi in questi anni, rimane difficile la differenziazione diretta in alcuni tipi di cellule, oltre al fatto che le IPSCs sono potenziali oncogeni. Per ovviare a questo problema, si sta studiando una tecnica dove le cellule differenziate possono venir trasformate direttamente in neuroni (INSCs), senza che debbano essere prima portate allo stadio pluripotente. Queste cellule hanno un potenziale oncogeno minore e potrebbero rappresentare una valida alternativa alle IPSCs.
Ma quanto sopravvivono queste cellule in vivo? Nessuno lo sapeva.
Per questo i ricercatori dello studio hanno prima di tutto ottenuto delle cellule INSCs direttamente da quelle della pelle degli stessi animali sotto sperimentazione. Il fatto di usare gli stessi topi ha permesso di migliorare notevolmente la compatibilità tra cellule. Dopodiché le hanno impiantate nei cervelli dei topi e hanno studiato il loro comportamento nei mesi successivi, fin dal delicato momento del trapianto, Sorprendentemente, dopo sei mesi, periodo lunghissimo che per un uomo corrisponde a circa vent’anni, le cellule mostravano un’attività neurale normale. Non solo, esse avevano creato legami sinaptici con altre cellule del cervello e si erano differenziate in neuroni, astrociti e oligodendrociti.
Le INSCs, dunque, non erano semplicemente sopravvissute al trapianto, ma si erano integrate coi neuroni presenti in precedenza. I ricercatori hanno inoltre scoperto una chiara correlazione tra il destino delle cellule e le loro posizione. Questo dimostra che la differenziazione neuronale è probabilmente influenzata dall’ambiente del tessuto circostante o che le cellule predestinate hanno un comportamento migratorio.
Si tratta, ovviamente, di una ricerca preliminare ancora lontana da possibili applicazioni cliniche. Ma gli scienziati sono fiduciosi: “Sono sicura che esisteranno terapie di sostituzione cellulare di successo in futuro – ha spiegato fiduciosa Jens Schwamborn, a capo del progetto – I nostri risultati ci hanno fatto fare un ulteriore passo in avanti in questa direzione”.
E in effetti i risultati dello studio confermano intanto la sicurezza e l’affidabilità delle cellule INSCs come valide alternative alle IPSCs. Si aprono, inoltre, nuove porte per quanto riguarda la medicina rigenerativa. I ricercatori sperano infatti che in un futuro, malattie degenerative come il Parkinson potranno essere trattate sostituzione direttamente i neuroni malati con nuovi sani. E questo usando neuroni che provengono dal cervello degli stessi pazienti.
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