RICERCA – Il junk food? Non solo è dannoso per la salute e favorisce l’obesità, ma modifica profondamente il comportamento alimentare, innescando un circolo vizioso malsano per cui diminuisce la ricerca di nuovi sapori. Questo è il risultato di uno studio di alcuni ricercatori della University of New South Wales (UNSW), pubblicato su Frontiers of Psychology.
Da tempo gli scienziati ipotizzano che il consumo eccessivo e sfrenato di alcuni tipi di cibi possa portare a risposte neuroadattative che riguardano il meccanismo di ricompensa e che indebolisca il controllo inibitorio. Finora non erano stati effettuati test per dimostrare tale ipotesi. Per questo, alcuni ricercatori hanno cercato di determinare che tipo di impatto avesse un’esposizione ad una dieta a base di junk food, con cibi ad alto contenuto di grassi, sui comportamenti alimentari dei ratti.
L’esperimento, svolto su ratti maschi, era diviso in tre parti: nella prima veniva insegnata ai ratti l’associazione tra due stimolo sonori con altrettante bevande di acqua e zucchero al gusto, rispettivamente, di ciliegia o uva. Questo tipo di “training” va sotto il nome di condizionamento pavloviano.
Successivamente i ratti sono stati alimentati per due settimane con una dieta sana ed equilibrata o con una di “caffetteria”, a base di alimenti grassi come torte e biscotti, che portava circa il 150% di calorie in più rispetto alla dieta sana.
Nella terza fase dell’esperimento i ratti venivano nuovamente esposti agli stimoli per i due tipi di acqua aromatizzata. Di solito i ratti e la maggior parte degli animali tendono a evitare un sapore o cibo che hanno consumato per tanto tempo e cercano nuovi sapori. Questo è un comportamento evolutivo innato importante perché protegge contro l’eccesso di cibo e favorisce una dieta più sana ed equilibrata. L’obiettivo dell’esperimento era proprio verificare se e come il junk food modificasse questo comportamento.
I risultati dello studio hanno mostrato che, come ci si aspettava, i ratti alimentati con una dieta sana tendevano a provare il nuovo sapore evitando quello che avevano consumato a lungo prima della dieta, mentre il secondo gruppo di ratti mostravano un cambio di comportamento drammatico. Non solo il loro peso era aumentato del 10%, ma essi erano indifferenti alle scelte alimentari e avevano perso la capacità di evitare i sapori a lungo sperimentati. Avevano continuato quindi a bere la bevanda zuccherata avevano trovato prima della dieta, perdendo completamente la naturale preferenza per gusti nuovi.
Non solo. I ratti mostravano questi cambiamenti anche una settimana dopo essere tornati a una dieta sana. Secondo Margaret Morris, principale autrice del lavoro, questo può essere spiegato dal fatto “che una dieta spazzatura provoca cambiamenti duraturi nelle parti del circuito di ricompensa del cervello dei ratti, come la corteccia orbitofrontale, area responsabile per il processo decisionale“.
Questo è il primo studio a dimostrare una compromissione nell’espressione di sazietà sensoriale specifica nei ratti nutriti con junk food. Un’alterazione disadattiva dei comportamenti alimentari che potrebbe far comprendere la condizione di alcune persone. Se infatti i circuiti di ricompensa nel cervello sono simili in tutti i mammiferi, questo studio potrebbe spiegare perché è difficile per molte persone, specie se in sovrappeso, limitare l’assunzione di alcuni tipi di alimenti che sono tra le principali cause dell’obesità. L’acquisto continuo e smodato di cibi ipercalorici, infatti, è facilitato secondo Amy Reichelt, co-autrice del documento, dalle diffuse pubblicità di alimenti e bevande ricchi in zucchero e grassi. “Queste immagini possono avere un effetto maggiore sulle persone che sono in sovrappeso, rendendo più difficile resistere all’impulso di acquistare snack come barrette di cioccolato“.
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