RICERCA – L’adolescenza, si sa, è un’età fatta di conflitti, di scelte apparentemente irrazionali e di comportamenti, a detta degli adulti, sciocchi. È opinione comune tra gli addetti ai lavori che questo sia dovuto, in parte, a un sviluppo ancora parziale dei lobi frontali del cervello. Questo porterebbe gli adolescenti a essere impulsivi, a compiere scelte sbagliate e a cacciarsi in situazioni rischiose. Un nuovo studio pubblicato su Psychological Science aggiunge nuovi elementi alla comprensione del delicato equilibrio psichico dei teenagers. Sembra, infatti, che i loro comportamenti siano guidati dal meccanismo della “ricompensa” in misura molto maggiore rispetto agli adulti. Se le azioni hanno come conseguenza un tornaconto o una sensazione piacevole, allora sarà molto più difficile per un adolescente smettere di farle.
Per questo studio i ricercatori dell’Università dell’Iowa hanno analizzato i comportamenti di 40 ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni e di 40 adulti tra i 20 e i 35 anni. Ai partecipanti è stato chiesto di individuare in uno schermo degli anelli rossi o verdi nascosti tra una moltitudine di altri oggetti virtuali. In caso di successo, i partecipanti erano premiati con una moneta da 2 o da 10 cents, a seconda del colore dell’anello. Per alcuni, la ricompensa era maggiore nel caso dell’anello verde, per altri con l’anello rosso. Dopo 240 prove è stato chiesto a tutti se avessero notato qualche associazione tra le ricompense e il colore dell’anello trovato e, nella maggior parte dei casi, la risposta è stata negativa per entrambi i gruppi. Questo, secondo gli scienziati, è sinonimo di una scelta non legata al giudizio ma all’intuito.
In una seconda parte dell’esperimento è stato chiesto ai partecipanti di trovare non più un anello ma un diamante. Gli anelli utilizzati nell’esperimento precedente sono stati usati come “tranelli”. Ebbene, i partecipanti appartenenti al gruppo degli adulti hanno adattato il loro intuito alla nuova missione, andando a identificare correttamente l’oggetto richiesto. Gli adolescenti, invece, quasi ignorando il nuovo compito affidatogli, hanno continuato a selezionare l’anello che, nella prova precedente, era stato intuitivamente associato alla ricompensa più alta. Anche dopo 240 tentativi la tendenza del gruppo era rimasta tale.
“Anche se gli abbiamo detto ‘avete un nuovo obiettivo’, gli adolescenti non sono stati in grado di liberarsi dall’associazione imparata precedentemente” spiega Jatin Vaidya, che ha coordinato lo studio. “Questa associazione è molto più forte negli adolescenti che negli adulti. Se dai a un ragazzo una ricompensa, durerà anche più a lungo. Il fatto che la ricompensa a un certo punto non ci sia più non importa. Continueranno a comportarsi come se esistesse ancora”. Questo, a detta dei ricercatori, può spiegare alcuni comportamenti tipici dei ragazzi, come ad esempio continuare a fare commenti “inopportuni” in classe anche quando i compagni hanno smesso di ridere. Insegnanti avvisati!
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