INFOGRAFICHE – Ogni 68 secondi, nel mondo, c’è un nuovo malato di Alzheimer. Secondo le stime del Global Report 2014, che anticipa di qualche giorno la XXI giornata mondiale dell’Alzheimer (21 settembre), oggi sono 44 milioni le persone affette da questa malattia che distrugge in modo progressivo le cellule celebrali. Una cifra che è destinata a raddoppiare nel 2030 fino a raggiungere i 135 milioni nel 2050. Uno scenario da non sottovalutare, visto che il 71% dei pazienti vivrà in Paesi a basso e medio reddito, con accesso sempre più difficile alle cure e all’assistenza. Non a caso, l’Alzheimer’s Disease International ha dedicato il rapporto 2014 proprio alla prevenzione, come tentativo di ridurre il rischio.
La situazione è preoccupante anche in Italia, dove i malati di Alzheimer sono oltre 700 mila. E con il progressivo allungamento della vita media, nel 2050, saranno 3 milioni gli anziani che avranno bisogno di assistenza continua, con un peso sempre maggiore per le famiglie coinvolte.
Già oggi, sono quasi 3 milioni le famiglie che devono assistere una persona affetta da Alzheimer, spesso senza una rete di servizi in grado di assisterli. E come afferma Maria Luisa Raineri, assistente sociale ed esperta del Centro Studi Erickson “Per affrontare malattie degenerative come l’Alzheimer è indispensabile che la persona malata sia circondata da un ambiente nel quale si senta supportata e sostenuta. E per questo è fondamentale assistere anche i familiari che li assistono”. Negli ultimi anni, sta crescendo l’interesse verso alcuni approcci – come la Validation o l’ApproccioCapacitante© – che permettono di relazionarsi con maggiore facilità con le persone malate di Alzheimer, imparando anche a gestirne crisi, depressioni e atteggiamenti anche violenti.