Quando le difese arrivano dai batteri
Come fanno le zecche a sopravvivere alla malattia che trasmettono?
SCOPERTE – Un modo efficace per sviluppare un antibatterico naturale? Incorporare i geni dei batteri nel proprio DNA. A trovare questa soluzione non è stato un sofisticato laboratorio di biotecnologie, ma lenti processi evolutivi.
Alcuni animali possiedono nel proprio genoma geni batterici, che li aiutano a combattere contro altri microrganismi. In uno studio pubblicato su Nature, un gruppo di ricercatori guidato dal microbiologo Joseph Mougous ha mostrato che questo scambio di geni, prima conosciuto tra microrganismi, può avvenire anche tra batteri e animali più complessi.
Comprendere questi meccanismi potrebbe aiutare a sviluppare trattamenti contro la trasmissione di alcune infezioni, come la malattia di Lyme.
Trasmessa agli esseri umani e ad altri animali dal morso di una zecca, questa malattia è causata dal batterio Borrelia burgdorferi, che infesta i parassiti amanti del nostro sangue. Ma come fanno le zecche portatrici del batterio a sopravvivere alla malattia? A proteggerle sarebbe un altro gene batterico, preso in prestito dall’antichissima guerra evolutiva tra microrganismi. La tossina prodotta da questo gene impedirebbe ai batteri responsabili della malattia di Lyme di riprodursi eccessivamente nel corpo delle zecche, salvando in questo modo la loro vita.
La scoperta è avvenuta in modo inaspettato: il gruppo di Mougous, del Dipartimento di Microbiologia dell’Università di Washington, stava studiando da tempo la corsa agli armamenti evolutiva tra batteri, cioè il modo in cui questi microrganismi sviluppano tossine per combattersi a vicenda. Studiando i database dei genomi, i ricercatori hanno osservato con sorpresa che i geni che producono queste tossine, ritenuti appannaggio dei soli batteri, si trovano anche in molti animali.
Responsabile di questo passaggio di specie è un meccanismo noto come trasferimento orizzontale, un fenomeno raro tra batteri e animali complessi. Eppure gli eventi di trasferimento di geni osservati dalla ricerca sembrano riguardare un’ampia gamma di tossine, che forniscono agli animali riceventi difese antibatteriche prima sconosciute.
A farne i benefici sarebbero proprio le funzioni immunitarie degli animali, che possono attingere a un vasto repertorio di geni selezionati dalla guerra tra batteri.
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Crediti immagine: Matt Pinski/University of Washington