CRONACA

Alimentazione, obbligatorio indicare la presenza di allergeni

Entra in vigore il Regolamento 1169 del 2011 che obbliga locali e supermercati a indicare la presenza degli allergeni alimentari

3989766534_1d12e3a612_zCRONACA – Mangiare non è un piacere per tutti. L’1-2% degli adulti americani (dati recenti e affidabili sugli italiani non ce ne sono) secondo l’American Academy of Allergy Asthma and Immunology, soffrirebbe di forme di allergia alimentare, un problema che in taluni casi può portare anche alla morte. Da domani però, 13 dicembre 2014, entrerà in vigore in tutta Europa, Italia compresa, il Regolamento 1169 del 2011, che obbliga supermercati e locali pubblici a informare la clientela sugli allergeni presenti negli alimenti venduti. E non vale l’avviso orale, per esempio da parte del cameriere o del barista. È necessario che i menu dei locali riportino una dicitura scritta con l’elenco di tutti gli allergeni.
Per quanto riguarda i supermercati ciò si traduce nella questione delle etichette. Non tanto per il fatto di segnalare tutti gli ingredienti, regola già vigente da anni, quanto piuttosto per l’obbligo di evidenziare gli allergeni utilizzando un font o una dimensione differenti.

Facciamo attenzione: allergia alimentare è altra cosa da intolleranze. Come spiega il Ministero della Salute in un opuscolo dedicato, un’allergia alimentare è una reazione del sistema immunitario nei confronti di un certo alimento o di un suo componente, i cui sintomi si manifestano di solito immediatamente dopo aver ingerito l’alimento e in alcuni casi molto gravi se non vengono subito trattati possono portare a conseguenze gravi. Nel caso delle intolleranze invece, che non riguardano il regolamento 1169 del 2011 oggi entrato in vigore, sono reazioni negative dovute alla difficoltà dell’organismo a digerire o metabolizzare un certo alimento o un suo componente.

@CristinaDaRold

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Crediti immagine: Clemens v. Vogelsang, Flickr

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Cristina Da Rold
Giornalista freelance e consulente nell'ambito della comunicazione digitale. Soprattutto in rete e soprattutto data-driven. Lavoro per la maggior parte su temi legati a salute, sanità, epidemiologia con particolare attenzione ai determinanti sociali della salute, alla prevenzione e al mancato accesso alle cure. Dal 2015 sono consulente social media per l'Ufficio italiano dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.