ricercaSALUTE

La pillola che inganna il corpo

Si chiama fexaramina e funziona come un "pasto immaginario", convincendo il corpo di avere già mangiato: riduce il colesterolo, gli zuccheri nel sangue e innesca il consumo di calorie

6556949031_fc30e025eb_zSALUTE – Una nuova pillola per dimagrire, che ci darà l’illusione di aver consumato un lauto pasto anche senza aver mangiato nulla. È questa la direzione di un recente studio pubblicato su Nature Medicine, un farmaco che a differenza di molte delle pillole dimagranti sul mercato non si scioglie nel sangue (come fanno i soppressori dell’appetito e i farmaci basati sulla caffeina) ma rimane nell’intestino. Molti meno effetti collaterali, rassicurano gli autori del paper: prendere la fexaramina, questo il nome della nuova pillola, è come mangiare un “pasto immaginario”.

Come funziona? All’assunzione della pillola il corpo viene ingannato, in modo da portarlo a consumare calorie e bruciare così i grassi. Non si guadagna peso, il colesterolo diminuisce e con esso il livello degli zuccheri nel sangue, oltre che l’infiammazione. Finora la fexaramina è stata sperimentata solo su modelli animali, un campione di topi, ma i risultati attuali la rendono -a detta degli scienziati- un’ottima candidata per passare presto ai trial clinici sugli esseri umani.

La pillola manda al corpo lo stesso segnale “che si verifica quando mangiamo molto cibo”, spiega Ronald Evans, direttore del Salk’s Gene Expression Laboratory, leader della ricerca. “In questo modo il corpo inizia a fare spazio per accumularlo. Ma non ci sono calorie né cambiamenti nell’appetito”. Un meccanismo promettente per un farmaco che potrebbe portare un grosso contributo ad esempio negli Stati Uniti, dove più di un terzo degli adulti sono obesi e più di 29 milioni di persone soffrono di diabete. Patologie che accorciano l’aspettativa di vita e aprono la strada a una serie di complicazioni.

Quando i ricercatori hanno somministrato quotidianamente la fexaramina a un gruppo di topi (per un periodi di cinque settimana) questi hanno smesso di acquistare peso, perso massa grassa e inoltre mostravano livelli di colesterolo e zuccheri nel sangue decisamente inferiori. Per di più tutti i topi hanno mostrato un aumento di temperatura corporea -indice di un aumento di attività del metabolismo- e parte dei depositi di tessuto adiposo bianco nei loro corpi è diventata bruna, la forma “buona”. Ciò che gli scienziati devono ancora capire è l’origine di un’altra modifica: la flora batterica intestinale degli animali ha subito un cambiamento importante, le cui conseguenze (e causa) ancora non sono note.

Due decenni di ricerca

Nel laboratorio di Evans la ricerca per elaborare la pillla ha richiesto quasi un ventennio di studi, per comprendere a fondo l’attività della proteina FXR (recettore X farnesoide), che gioca un ruolo importante nel modo in cui il corpo rilascia gli acidi biliari dal fegato, digerisce il cibo e accumula grassi e zucchero.

Il corpo umano attiva FXR nel momento in cui iniziamo a mangiare per prepararsi all’arrivo di nuovo cibo; in questo modo interviene anche sul livello di zuccheri nel sangue e, inoltre, porta il corpo a bruciare parte dei grassi già accumulati. Già in passato sono stati elaborati dei farmaci che vanno ad agire su questa proteina, attivando le vie metaboliche che controlla; ma come spesso accade non si tratta di medicinali privi di effetti collaterali, perché la loro azione va a riguardare svariati organi.

L’obiettivo di Evans e dei suoi collaboratori era proprio capire se fosse possibile attivare FXR solamente nell’intestino, invece di coinvolgere anche fegato, reni e ghiandole. E se in questo modo fossero evitabili gli effetti collaterali riscontrati nei farmaci conosciuti. “Quando mangi, all’interno di tutto il tuo corpo deve essere attivata rapidamente una serie di risposte”, spiega Evans. “E la realtà è che il primo a rispondere è l’intestino”. A partire da una bozza di farmaco, la stessa che molte case farmaceutiche utilizzano nello sviluppo di medicinali che agiscano su FXR, gli scienziati hanno sviluppato la fexaramina.

“Così abbiamo scoperto che somministrandola per via orale va ad agire unicamente sull’intestino”, spiega Michael Downes, ricercatore capo al Salk e co-autore del paper. Un farmaco che arriva all’intestino senza venire diffuso in tutto il corpo dal flusso sanguigno non solamente permette di evitare gran parte degli effetti collaterali, aggiunge, ma è anche molto più efficace nell’impedire di prendere peso. Questo perché la risposta al cibo, nel nostro corpo, “è come una staffetta”, commenta Evans. I farmaci attuali agiscono su vari organi tutti insieme, mentre la fexaramina sortisce effetto solamente sull’intestino, il primo, lasciando poi venire da sé l’ordine naturale con il quale entrano in gioco gli altri.

La nuova pillola, se dovesse iniziare e superare i trial clinici, non andrà considerata un farmaco “magico” per perdere peso senza sforzi. Dovrà invece essere assunta sotto preciso e stretto controllo medico, precisano gli autori del paper, in concomitanza con modifiche importanti nello stile di vita, nell’alimentazione, e per i casi più gravi anche insieme ad altri farmaci che trattino specificamente le patologie di cui soffrono i pazienti (diabete ecc).

@Eleonoraseeing

Pubblicato con licenza Creative Commons Attribuzione-Non opere derivate 2.5 Italia.   
Crediti immagine: The Javorac, Flickr

Condividi su
Eleonora Degano

Eleonora Degano

Editor, traduttrice e giornalista freelance
Biologa ambientale, dal 2013 lavoro nella comunicazione della scienza. Oggi mi occupo soprattutto di salute mentale e animali; faccio parte della redazione di OggiScienza e traduco soprattutto per National Geographic e l'agenzia Loveurope and Partners di Londra. Ho conseguito il master in Giornalismo scientifico alla SISSA, Trieste, e il master in Disturbi dello spettro autistico dell'Università Niccolò Cusano. Nel 2017 è uscito per Mondadori il mio libro "Animali. Abilità uniche e condivise tra le specie".